Laura Morante


Laura MoranteA Taormina Bnl Film Fest, dove ha fatto parte della giuria internazionale, presieduta da Hugh Hudson, Laura Morante ha parlato a lungo di sè e della sua carriera, offrendo una ricca lezione di cinema. Nel giorno della premiazione del festival siciliano, diretto da Felice Laudadio, la 49/enne attrice di Santa Fiora (Grosseto) ha raccontato quanto odia i primi piani, “perché – ha detto – è come mettere continuamente un punto esclamativo nelle scene, sono una vera e propria aggressione verso lo spettatore”.

 

Morante ha sottolineato di sentirsi ancora professionalmente legata al regista Nanni Moretti, al quale deve il suo esordio nel 1981 in Sogni d’oro. “Al contrario di quello che molti credono – ha detto – Moretti coinvolge molto i suoi attori e lo staff, in genere sempre gli stessi, che lavorano nei suoi film. Invece Carlo Verdone mi ricorda un ballerino: guida i suoi attori, come in una danza, stando attento ai loro movimenti e a quello che loro suggeriscono”. L’attrice ha ricordato anche la zia scrittrice Elsa: “Abbiamo perso i contatti fin da quando avevo 12 anni. Era una donna forte e autoritaria, mi prediligeva tra i suoi nipoti, ma poi litigò con suo fratello, ovvero mio padre, e da allora non si videro più”.

Laura Morante ha in cantiere diversi progetti: sta girando il film del musicista Carlo Virzì – fratello di Paolo – intitolato Adelmo torna da me e tratto dal romanzo di Teresa Ciabatti. Il suo ruolo è quello di una donna svampita, che crede di essere una scrittrice, in realtà è solo una ricca signora tradita puntualmente dal marito. Con lei nel cast, oltre alla dodicenne Gabriella Bellisario, ci sono anche Neri Marcorè e Andrea Renzi. A settembre, dovrebbe poi girare un film in Francia e sta anche scrivendo una sceneggiatura con il suo ex compagno, il regista Daniele Costantini, sulla storia di due donne: una sarà interpretata da lei stessa, l’altra – forse – da Margherita Buy.

“Non credo di essere una diva. – ha concluso – Ho però un forte ascendente sul pubblico femminile, che in tutti questi anni si è identificato con me, nonostante abbia interpretato personaggi sempre diversi. Dei circa 50 film che ho fatto, ne salverei solo sei o sette, ma non rinnego i brutti film, anzi li rivendico. Per uscire dalla crisi, il cinema italiano deve avere più idee e migliori sceneggiature”.

20 Giugno 2005

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