La ribellione di Piero Ciampi diventa un film


Piero Ciampi Dopo cinque anni di battaglie ministeriali, è ora in fase di montaggio Adius, diretto e prodotto da Ezio Alovisi, per rievocare la vita di Piero Ciampi e il mondo dei cantautori degli anni ’70. Venti minuti del film, intitolati “Avant-film. Piero Ciampi e altre storie”, sono stati proposti alla Casa del Cinema in una serata evento, un vero e proprio live-show, nel quale in una sorta di dissolvenza si incrociano, dopo il finale, le canzoni dal vivo interpretate dalla cantant’attrice Rossella Seno, in duo con il fisarmonicista Marco Lo Russo, fino alla scoperta di un gemello di Piero, nell’arte come nella vita, raccontata sul palco da Ezio Alovisi. Tutto è incentrato su un personaggio considerato scomodo, ma che era in realtà un artista puro e anarchico. Nel gran finale – che a seconda dei luoghi e delle città sarà animato da diverse performance di Nada, Banda Osiris, Gino Paoli, Francesco Guccini, Lilli Greco, Aisha Cerami e tanti altri – si è esibito a Roma Ernesto Bassignano, uno dei cantautori storici della musica italiana, esponente di primo piano negli anni ’70 della celebre banda del Folkstudio romano, animato all’epoca da Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Mimmo Locasciulli.

Il titolo, Adius, s’ispira all’omonima canzone di Piero Ciampi, il suo addio disperato, un’invettiva violenta tesa ad affermare la supremazia delle utopie sulla realtà. In quegli anni c’era una realtà storicamente incontrovertibile, la grande multinazionale discografica, la Rca Italiana, che aveva accettato sia pure con sospetto un progetto dirompente di ricerca diverso dalle scuole genovesi o milanesi di chansonniers autoctoni. La canzone italiana non era più solo ritornelli facili stile San Remo, ma spazio e contenuti, moduli e maniere di porgersi in linea con gli avvenimenti civili, le realtà politiche, le poetiche letterarie, pittoriche, cinematografiche, che sensibilizzavano le nuove generazioni. Sul filo di un’ironia che mescola amare vicende trascorse a parole d’amore, il film vuole rammentare quello che s’è perso per strada, che abbiamo volutamente abiurato o semplicemente smarrito.

 

L’idea di un documentario è stata superata per intraprendere l’avventura di un progetto filmico complesso: Adius inizia con un racconto, in un’atmosfera onirica di un teatro abbandonato, di Lydia Mancinelli (l’interprete del primo Carmelo Bene). La voce dell’attrice narra di una mitica partita a dama tra lo squattrinato giovane attore e un poeta altrettanto disperato, in un salotto romano, di quelli buoni con pittori e mecenati ricchi. La posta? Da una parte diecimila lire (degli anni ’60), uscite chissà da quali tasche e messe in palio dal poeta toscano Piero Ciampi e, dall’altra, Carmelo Bene che si giocava il corpo della sua donna, la Lydia che racconta. Ciampi vinse, forse barando e tutto finì in un’epica scazzottata, alla presenza di Luigi Tenco al pianoforte. Il cantautore livornese, trasgressore doc nell’onesto panorama artistico italiano, è morto nel 1980, così solo, soprattutto distante da tutto e da tutti: la sua storia s’intreccia nel film con vecchi filmati, come “Buonanotte fiorellino” di De Gregori ventitreenne, o la “Sora Rosa” di un Venditti barbuto e con l’eskimo.

31 Marzo 2008

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