L’America corrotta di Clint

Il premio Oscar Clint Eastwood, per la quinta volta in gara per una Palma d’Oro che non è mai riuscito ad afferrare, torna a raccontare una storia vera di cronaca nera, tratta dagli archivi del ‘Los Angeles Times’, in The Exchange, accolto da calorosi applausi alla fine della proiezione stampa. Il film, prodotto da Universal e interpretato da Angelina Jolie e John Malkovich, è ambientato nel 1928 all’epoca del Proibizionismo americano, quando per una donna, per di più senza marito, era impossibile sfidare la polizia corrotta e affermare la propria verità. Ovvero che suo figlio Walter è stato rapito e che il bambino restituitole dagli agenti pochi mesi dopo non è in realtà il figlio vero.
E quando Christine, una vibrante Jolie, diventa troppo insistente e minaccia di fare uno scandalo, le autorità pensano bene di internarla in manicomio. A difenderla e a crederle c’è solo il reverendo Gustav Briegleb, un impeccabile Malkovich, che l’aiuta a fare luce sulla terribile e misteriosa scomparsa del ragazzino, scoprendo un feroce serial killer.

Eastwood ha ammesso oggi in conferenza stampa che ci sono delle assonanze con un altro suo film, Mystic River: “Voglio continuare a raccontare storie come queste, perché sempre più mi fa orrore scoprire le terribili sevizie che gli esseri umani riescono ancora a infliggere ai bambini e perché solo dicendo la verità il nostro mondo può avere delle chances per migliorare”. Per il regista, convinto che alle prossime elezioni presidenziali che vinca Hillary o Obama sarà comunque una rivoluzione per l’America, quella raccontata dal film è soprattutto la vicenda autentica di una donna sola contro tutta la città che la considera una irresponsabile e una delirante.

“I fatti che ho narrato si basano sull’autentico sistema giudiziario californiano e nella mia pellicola ho dovuto togliere molte delle testimonianze che invece nella realtà erano state raccolte e alla fine, almeno nella mia opera, la scomparsa del ragazzo resta un mistero”.

Eastwood ha inoltre scherzato sul fatto di non essersi riservato un ruolo di attore in The Exchange: “Sono troppo cresciuto per fare il ragazzo”, e si è dichiarato soddisfatto di essere stato scelto per il Concorso, “anche se quel che conta davvero per me è il parere del pubblico e sapere se la mia storia desta interesse tra gli spettatori. A Cannes sono stato anche come presidente di giuria nel 1994 e so come funzionano le cose”.

La Jolie, avvolta da un completo nero, giacca e pantaloni, che metteva in risalto la sua avanzata gravidanza, ha svelato che per interpretare il ruolo di Christine Collins si è ispirata alla madre che ha perso l’anno scorso: “Era una mamma coraggiosa e forte, ma anche timida e molto dolce con suo figlio. Purtroppo, negli anni Trenta le donne erano poco considerate e non avevano il diritto ad esprimersi. Il fatto di essere madre mi ha comunque aiutato molto a entrare meglio nel personaggio, perché un figlio è davvero il bene più prezioso e perderlo è terribile”.