James Gray: mai stato un Absolute Beginner

Il regista statunitense alla Festa del Cinema di Roma ha parlato dei suoi esordi


Un absolute beginner James Gray non lo è mai stato. O almeno così è sembrato, visto che l’esordio Little Odessa rimane uno dei film più apprezzati della sua intera produzione. E questa percezione di maturità e di controllo ce l’aveva lui stesso, come ha rivelato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Absolute Beginner, dove registi importanti parlano dei loro inizi.

“C’è una cosa che mi ha aiutato all’inizio – ha dichiarato Gray – ed è la stupidità. Se all’epoca avessi saputo quante cose non sapevo, probabilmente non avrei nemmeno pensato di fare un film. Successe questo: al college feci un film orrendo, ma per qualche strana ragione a qualcuno piacque. Un produttore mi disse che era intenzionato a lavorare con me, e mi inviò una serie di sceneggiature, avrei dovuto leggerle e trovare quella giusta per fare un film. Le detestai tutte. Così dissi, ed è qui che subentra quel misto di stupidità e arroganza che però mi è stato utile: lo scrivo io un film. Mi ricordo poi che mentre giravo avevo questa sensazione di essere davvero bravo, ‘sei il migliore’, mi dicevo. Poi è arrivato il giorno del montaggio, mi ricordo la data precisa, il 5 marzo 1994. Rividi il film ed era davvero un’altra cosa rispetto all’idea che mi ero fatto mentre stavo girando, non era così bello come pensavo, e il mio ego da allora non si è più ripreso.

Quando uscì Litte Odessa Gray aveva 25 anni, e un po’ tutti si convinsero che c’era un nuovo giovane fenomeno nella cinematografia mondiale. Poi, però, Gray non fece più film per tanto tempo, addirittura sei anni, tornò nel 2000 con The Yards. Cosa è successo in quegli anni, perché così tanta attesa? “La risposta è semplice – ha affermato Gray – non riuscivo a trovare il film giusto da fare, e non volevo realizzare un film solo per il gusto di fare un film, di rimanere allenato”.

Forse non sarebbe corretto dire che James Gray è un regista di genere, ma certamente ci sono dei generi cinematografici con cui ha flirtato con continuità, dal noir al thriller. “Non ho mai avuto la percezione che, per esempio, il crime fosse un genere. Mio padre aveva problemi con la legge, io stesso da ragazzino frequentavo posti che potremmo definire poco raccomandabili, quindi ciò di cui parlo non è un genere, ma un tentativo di mostrare un mondo che ho vissuto in prima persona. Il mio tentativo, semmai, è sempre stato quello di sovvertire qualcosa di un genere definito. Non ho mai pensato al cinema come a un qualcosa col quale arricchirmi, mi interessa invece portare una nuova forma, inserire qualcosa di davvero personale, che è l’unico modo, credo, di realizzare un film buono”.

Certo è che, genere o meno, alcune cinematografie hanno avuto un’influenza particolare su Gray, e in questo senso il cinema italiano è in testa, ancor più di quello francese. “Ho molte affinità europee – ha continuato Gray – c’è un periodo in particolare, dal ’45 al 78/79 in cui il cinema italiano mi ha persino ossessionato. Sono ossessionato, per esempio, da Rocco e i suoi fratelli, mi trovo spesso a canticchiare la colonna sonora, a pensare alla scena in cui Rocco arriva a Milano. La capacità che aveva il cinema italiano di combinare il contesto storico politico a grandissime storie personali, semplicemente, non ha eguali. L’onestà emotiva del cinema italiano, l’amore che traspare da quei film rappresenta per me lo zenit dell’arte”.

Inevitabile un passaggio su Ad Astra, un film disastroso per vari motivi, sul quale nemmeno lo stesso Gray è clemente. “Mi fa ancora soffrire, perché quello che è uscito non è il film che volevo io. Tante persone sono venute da me e mi hanno chiesto perché avessi inserito quella voce narrante, ma i bello è che non l’ho fatto! Ho scritto e diretto quel film, ma poi è stato completamente stravolto, ‘that’s Hollywood’. Pensate – ha concluso Gray – che la mia director cut è più corte di ben 12 minuti, e il finale è completamente diverso. Non si è mai visto un director cut più corto del film uscito in sala, ma quello è il film che avrei voluto realizzare io”.

20 Ottobre 2022

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