Ivan Cotroneo: i miei ragazzi vittime di bullismo

"Per Un bacio, tratto dall'omonimo mio libro, ho lavorato molto sui personaggi di Blue, Antonio e Lorenzo, ascoltando i ragazzi e loro storie" spiega lo scrittore e regista al Giffoni Film Festival


GIFFONI. “Volevo fare un film che parlasse di ragazzi ai ragazzi attraverso tre storie, quella di Blue, di Antonio e di Lorenzo vittime di bullismo, in maniera e con modalità diverse” riassume così la trama del suo prossimo film lo scrittore e regista Ivan Cotroneo, ospite della 45^ edizione del Giffoni Film Festival. Il film, finito di girare l’8 giugno scorso e attualmente in fase di montaggio, è tratto da uno dei suoi romanzi più conosciuti dai ragazzi, “Un bacio” edito da Bompiani, di cui il film scritto in collaborazione con la sceneggiatrice Monica Rametta, conserva il titolo ma amplia personaggi e situazioni.

In occasione della masterclass, Cotroneo ha presentato in anteprima cinque minuti di backstage, girato da Christian Natoli, un backstage che non si limita a documentare la lavorazione del film ma si arricchisce di una serie di interviste fatte ai ragazzi, comparse e non, a cui è stato chiesto di raccontare la loro esperienza personale con l’amore, con la loro “prima volta” e con atti vissuti di bullismo. Tutti temi sviluppati da Cotroneo nel film Un bacio che potremo vedere nelle sale non prima del prossimo febbraio.

Girato interamente a Udine, il film è più di una sfida, “ho voluto prendere il rischio – spiega ai ragazzi Cotroneo – di parlare ai giovani che rappresentano un pubblico difficile perché spesso si sono sentiti ridicolizzati da film che dichiarano di parlare di loro. Io ho lavorato molto sui personaggi, ascoltando i ragazzi e loro storie. Tutto è iniziato quando qualche anno fa quando ho girato numerose scuole per presentare il libro da cui il film è tratto ed è allora che ho deciso di trasferirlo sul grande schermo, di assumermi il rischio di non fare qualcosa d’impegno civile, di paternalistico buono per parlare ad adulti della mia età, acquietando così la loro coscienza una volta usciti dalla sala. Il mio è un film duro e divertente allo stesso tempo, prendendo come modello di riferimento il film Noi siamo infinito“.

E soffermandosi proprio sull’adolescenza, facendo un raffronto con la propria Cotroneo, che oggi ha 46 anni, sottolinea quanto questo passaggio così delicato della vita, sia diventato in molti casi in anni più recenti, un momento violento imponendo ai ragazzi modi di vivere spesso lontani dalla loro stessa natura.
“Ho cercato in tutti i modi di lavorare sui personaggi, additati sinteticamente come Antonio lo stupido, Lorenzo il frocio e Blue la troia, evitando gli stereotipi o meglio lasciandoli alle scritte che vediamo sui muri della scuola o sulle porte dei gabinetti e allo stesso tempo provando ad avvicinarmi in maniera profonda ai personaggi perché solo quando conosciamo le persone scopriamo la loro ricchezza, diversità, complessità. La verità è che oggi rispetto agli anni ’70 non abbiamo aperto di più le nostre menti, al contrario le abbiamo chiuse se è vero che ancora oggi essere diverso fa paura”.

19 Luglio 2015

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