Il viaggio del piccolo Ernst nella follia nazista dell’eugenetica

Il delicato tema dell’eutanasia è al centro del bel film tedesco di Kai Wessel, Fog in August, presentato per la sezione Generation +13, che ha fatto molto discutere i ragazzi


GIFFONI VALLE PIANA – Il delicato tema dell’eutanasia è al centro anche del bel film tedesco Fog in August, presentato per la sezione Generation +13. Il film, tratto da un libro omonimo molto noto in Germania, è una toccante testimonianza di quanto realmente accaduto tra il 1935 e il 1944 quando il nazismo ha consegnato alla morte circa 200mila persone colpevoli di essere disabili o zingari. In particolare Fog in August racconta la drammatica vicenda del piccolo Ernst Lossa, un tredicenne zingaro che giunto in una delle tante strutture ospedaliere in cui si facevano esperimenti sui corpi di nani, persone down, epilettici, resta colpito dai metodi con cui i suoi compagni venivano trattati dal personale medico. Ernst si dimostra quindi “utile” alla struttura soccorrendo e prendendosi cura dei bambini che giorno per giorno, indipendentemente dalla loro condizione, si ammalavano per effetto della cosiddetta Dieta – F, cioè una dieta potremmo dire placebo, che prevedeva la fornitura di tre pasti al giorno a chi veniva cancellato dalla lista del direttore della struttura, cioè condannato a morte. I pasti erano liquidi al sapore di zuppa ma di fatto privi di ogni ingrediente nutritivo. Bambini e adulti venivano così portati “dolcemente” alla morte, perdendo peso ogni giorno, morendo in pratica di fame. Una modalità che convinse i gerarchi nazisti del tempo a replicarla in altre strutture perché faceva risparmiare denaro in acquisto di barbiturici e morfina che erano stati largamente usati fino ad allora, sempre con lo stesso scopo.

“La parola eutanasia in Germania – ha dichiarato il regista Kai Wessel – è quasi un tabù, è un argomento su cui non vogliamo dibattere e non vogliamo considerare come scelta, perché quanto è accaduto nel passato è ancora una ferita profonda”. Il film ha commosso ed è piaciuto molto ai ragazzi sebbene qualcuno l’abbia considerato un po’ forte e difficile a livello tematico per un pubblico così giovane, ma “è importante porsi domande così fondamentali anche a 13/14 anni – ha replicato il regista – e cominciare a farsi una propria idea”. 

Vale la pena di precisare, per evitare confusioni tra due universi semantici molto distanti quali l’eugenetica e l’eutanasia come la intendiamo noi oggi, cioè la sofferta scelta di porre fine alle sofferenze di un paziente terminale e incurabile, che nel caso del film il riferimento è al programma nazista Aktion T4, anche chiamato “programma eutanasia”, espressione che venne utilizzata allora da molti di coloro che erano coinvolti in quest’operazione, ma che non può essere considerata a tutti gli effetti eutanasia: poiché non prevedeva il consenso dei pazienti, ma la soppressione contro la loro volontà. Il programma non era poi motivato da preoccupazione per il benessere dell’ammalato, come il desiderio di liberarlo dalla sofferenza, l’Aktion T4 veniva invece portato avanti principalmente per migliorare l'”igiene razziale” secondo l’ottica dell’ideologia nazista allora imperante. Mirava inoltre a diminuire le spese sanitarie ed assistenziali statali, considerando che le priorità economiche erano rivolte ad altre voci come il riarmo militare.

22 Luglio 2016

Giffoni 2016

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GiffoniForMe, lo scatto che racconta il Festival

Giffoni Experience chiede a chi ha partecipato di inviare la foto che meglio racconta l’ultima edizione del festival, allegando anche un piccolo testo che descriva emozioni sulla 46esima edizione

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A Giffoni vincono coraggio e voglia di riscatto

Storie di profonda determinazione e desiderio di riscatto. Sono questi i temi vincitori della 46esima edizione del Giffoni Film Festival, dove a trionfare nella sezione Generation + 18 è Urban Hymn dello scozzese Michael Caton-Jones, una storia di redenzione attraverso il canto ambientata nel sud est di Londra. Nella sezione "Generator +16" vince invece una pellicola girata nelle favelas brasiliane, Il maestro di violino di Sérgio Machado, che vedremo presto in Italia con AcademyTwo

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Guerre vere e guerre di neve

Ancora due film di Giffoni Experience saranno distribuiti in Italia: Fanny’s Journey di Lola Doillon, in uscita il prossimo febbraio per Lucky Red, vincitore della sezione Generation +13, e Snowtime! di Jean François Pouliot in uscita il 24 novembre per Notorius Picture. Il primo è tratto dal libro testimonianza Le Journal de Fanny di Fanny Ben-Ami che all’età di 13 anni, nella Francia occupata dai tedeschi, viene mandata con le sue sorelline in un orfanotrofio per bambini ebrei, il secondo è un cartone animato canadese che racconta la lotta tra due bande di bambini a colpi di palle di neve

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"Sono sopraffatta dall'emozione e da come sono stata accolta" è il commento di Jennifer Aniston, super ospite del Giffoni Film Festival, che durante l’incontro con i ragazzi varie volte si è commossa e si è concessa a foto e rivelazioni, a dispetto delle voci su una sua visita blindatissima. E ai ragazzi raccomanda di spegnere computer e telefonini per riappropriarsi di un rapporto vero con la realtà, sottolineando i pericoli di una vita iperconnessa a internet e social network


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