I consigli di un ‘vecchio zio’ agli esordienti


BARI. Si scivola verso il finale al Bif&st… Bilanci, ricordi, consuntivi… Per prima cosa, complimenti non rituali per un’organizzazione che è sempre stata attenta, sensibile, precisa ma mai invadente. Possiamo dividere i festival in due categorie, quelli dove ci si deve andare, per il film, per la propria promozione personale, per far contento il produttore o il venditore estero. E festival dove fa piacere andare. Bari è decisamente nella seconda categoria.

E cosa importante, ci sono luoghi dove conoscersi, frequentarsi, parlarsi, cosa che non sempre accade. Ci sono festival in cui a stento conosci la persona che si occupa di te, e non vedi altri registi, altri giurati, altri attori. La terrazza dell’hotel Oriente, grazie ai magnifici aperitivi che rivisitavano i piatti più tradizionali della cucina pugliese, è stato luogo di incontro e di amichevoli e piacevoli conversazioni. Grazie!

Con nostra grande sorpresa (la domanda fra noi tre era “Ma dove abbiamo sbagliato?”), la scelta della giuria ‘Opere prime’, Là-bas Educazione criminale, non è stata contestata da chicchessia. Anzi, quasi tutti ci hanno detto che era ‘IL FILM’ da premiare. Contenti, soprattutto per Guido Lombardi, il regista, ex regista di feste delle comunità nere di Castel Volturno, che ha penato per fare un esordio che nulla aveva del “documentario”, attori veri insieme a migranti veri, messa in scena studiata e non casuale, fotografia, scenografia… insomma come si fanno i film! Adesso, come al solito di questi tempi per queste opere, bisognerebbe organizzargli un circuito di sale, salette, cinema e cinemoni in cui farlo ri/vedere. Perché merita.

 

Prima buona notizia, che viene dopo la visione delle molte e notevoli opere prime che ho visto. Pare, forse, mi sembra: sta finendo la terribile epidemia che ha devastato una generazione di esordienti. Sconfitta forse dalla ricerca scientifica sulle staminali, supportata dai finanziamenti di Telethon, possiamo dire che il terribile Parkinson dei registi esordienti sta esalando gli ultimi respiri. Ma bisogna continuare a vigilare perché il virus, non del tutto sconfitto, non rinasca e non riprenda a propagarsi, magari grazie a registi più maturi che potrebbero avere contratto il contagio con la speranza di farsi dire “però quanto sei ringiovanito”. Le macchine a mano tremolanti, destabilizzanti per lo stomaco come per la vista, inutili perché frutto della vecchia regola “quando non sai che fare muovi la macchina da presa”, agevolate dal minor peso delle telecamere utilizzate, e quindi prive del grande freno costituito dalle urla dell’operatore che si stanca e si rifiuta di girare tutto il santo giorno con la macchia in spalla, ebbene quel modo di girare sta forse finalmente scomparendo!!!!! Che gioia!!!! Quanto abbiamo sofferto!!! Lo dice uno che ci ha fatto un intero film (Alla rivoluzione sulla due cavalli, ma lì pretendevo che fosse una rievocazione della Nouvelle Vague!!!! ), ma che non sopporta più da tempo inquadrature generiche, spalle di attori seguite senza senso e senza raccontare niente, sfuocature che non diventano d’autore ma danno solo fastidio. Era Billy Wilder che diceva “questa fammela sfuocata perché voglio vincere l’Oscar”? Era Lars Von Trier che ha cacciato l’assistente operatore per poter liberamente sfuocare tutto il film?

 

Mi conforta in questo festeggiamento, che consumavo da solo nelle sale di proiezione, con un sorriso ebete che nessuno riusciva a comprendere, un post di Pippo Mezzapesa che sul non ancora citato FB dice: “Oggi se giri un film fotografato male, stretto, mosso, senza un’inquadratura degna di nota, ti dicono che sei ‘fico’ perché hai fatto un film francese”. Lui vuole ricoltivare il gusto del bel film italiano. Bravo Pippo, che la strada ti sia sufficientemente aspra per alimentare fino in fondo un sogno che condivido!

 

E allora, però, un altro piccolo rilievo da “vecchio zio”, come noi tre giurati ci siamo sentiti. Continuo a pensare che il punto più debole della catena sia ancora la ricerca del soggetto “giusto” e la scrittura. Qui si deve lavorare ancora molto, cercando la giusta/precaria dimensione tra un film strutturato e un film vero, sentito, che conosce le regole ma che se ne frega, se il racconto ha la sua propria forza. Non ci sono troppe ricerche, bisogna fare tanti film, per migliorarsi…

 

Esaurito anche il capitolo convegno, che è risultato ricco di contributi, dobbiamo continuare però a chiederci se questo Circo Barnum che in vari luoghi e varie occasioni continua a vedersi e a ripetersi i propri personali Karma (io, liberalizzare l’esercizio e la distribuzione, Lionello Cerri, istituire una lotteria nazionale per il cinema, Protti, finanziare la digitalizzazione delle sale, l’Anac, investire un euro in cultura ne riporta 2 o 3…), ottiene poi dei risultati. Consumato questo rituale, perché poi ognuno concerta da solo escludendo il confronto con gli altri? Ieri il clima sembrava quello più costruttivo degli ultimi tempi, il Direttore Generale Nicola Borrelli ci ha richiamato all’ordine dicendoci di rivolgerci tutti insieme agli altri Ministeri competenti, e non singolarmente… Vedremo se l’ottimo clima barese ci accompagnerà anche nelle paludi romane.

 

L’orgoglio dell’emigrante è però grande. Tutti, dico tutti, si meravigliano e si complimentano per una città bella, ben tenuta, con un centro storico affascinante e ben restaurato, pulita… Beh, questo è un aggettivo che non pensavo che mai si sarebbe potuto legare al nome Bari, eppure oggi è così. Eppure oggi ci sono autobus che sfrecciano per la città, parcheggi sotterranei in centro, teatri riaperti o in ristrutturazione… E un’amministrazione regionale che ha scommesso sugli investimenti in cultura per rilanciare l’economia. E che sembra abbia avuto ragione.

31 Marzo 2012

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