‘Hytti Nro 6’, “Un viaggio in treno è come un destino”

'Hytti Nro 6', “Un viaggio in treno è come un destino"


CANNES – “Un viaggio in treno è come un destino. Sei sui binari, fai quello che puoi con quello che hai”. Ed è proprio lungo i binari innevati del Circolo Polare Artico che si svolge il road movie artico Hytti Nro 6 (Compartment No. 6) diretto da Juho Kuosmanen, e in Concorso al Festival di Cannes.

Un film algido solo nei paesaggi, e profondo nei sentimenti, nel quale il viaggio è inteso in senso fisico e metaforico. Anni ’90. A bordo di un treno da Mosca al sito di scavi archeologici di Murmansk, la studentessa Laura (Seidi Haarla), di origine finlandese, si trova costretta a dividere un compartimento con un rude e fastidioso minatore russo Ljoha (Yuriy Borisov). Il vagone letto è angusto e la strada da percorrere molto lunga. Ma quello spazio claustrofobico costringerà entrambi gli occupanti a confrontarsi con le loro verità interiori e le relazioni reciproche. Quella loro prima apparente diffidenza, tra situazioni più buffe e goffe, e altre meno, si trasformerà in complicità, anche se fugace.

Dieci anni fa, il regista finlandese, classe 1979, aveva ricevuto il Premier Prix della Cinéfondation per Taulukauppiaat (The Painting Sellers), mentre il suo primo lungometraggio, d’amore, Hymyilevä Mies (Il giorno più felice nella vita di Olli Mäki) gli era valso il Premio Un Certain Regard nel 2016. Ora approda nella competizione principale del Festival con un film semplice, ma profondo, tra bufere di neve, sottaceti e walkman. Quel viaggio, sulle note di Voyage Voyage di Desireless, per la protagonista diventa la possibilità per guardarsi dentro e capire ciò che vuole. Perché “per conoscere te stesso, devi conoscere il tuo passato”.

“I road movie solitamente parlano di libertà. In macchina puoi scegliere di andare dove vuoi – spiega il regista, che si è ispirato al romanzo omonimo di Rosa Liksom – Ma credo che la libertà non sia un numero infinito di opzioni, piuttosto la capacità di accettare i tuoi limiti. Un viaggio in treno è più simile al destino. Non puoi decidere dove andare, devi solo prendere ciò che ti dà”. Del suo film aggiunge: “Potrebbe essere visto come un maldestro tentativo di trovare armonia e tranquillità in un mondo di caos e ansia. Il fulcro della storia risiede proprio nella nozione di accettazione. È difficile accettare che fai parte di questo mondo caotico e che esisti”.

Hytti Nro 6 è pure un film che, nel suo piccolo, ci mostra come confrontandoci con l’altro diverso da noi, superando così i pregiudizi, si possa trovare un equilibrio, anche con noi stessi. “L’incontro con l’altro è assolutamente uno dei temi principali del film – afferma Kuosmanen – Ljoha è l’altro. Ma è anche lo specchio dell’immagine di Laura che lei cerca di evitare. Quando incontri qualcuno di nuovo, hai l’opportunità di ricominciare, anche di fingere di essere qualcuno che vorresti essere. O hai la possibilità di aprirti, e imparare qualcosa di nuovo su di te”.

11 Luglio 2021

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