Gianluca Farinelli presidente della Festa di Roma

"Abbiamo avuto la disponibilità di un grande intellettuale del mondo del cinema come Gianluca Farinelli di fare il presidente del Cda della Festa del Cinema", lo afferma il sindaco Gualtieri


“Abbiamo avuto la disponibilità di un grande intellettuale del mondo del cinema come Gianluca Farinelli a fare il presidente del Cda della Festa del Cinema”, afferma il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, visitando Libri Come, la rassegna in corso all’Auditorium Parco della Musica. Farinelli dal 2000 è direttore della Cineteca di Bologna, è tra i maggiori esperti di restauro cinematografico. “Penso che Farinelli ed il Cda – ha aggiunto – sapranno fare le scelte migliori per rilanciare Roma come città del cinema. Ci aiuterà anche a sostenere le scelte del cinema in città, facendone tanto all’aperto durante l’estate romana. Occorre avere una visione strategica delle politiche culturali, ma anche una distanza ed un rispetto per l’autonomia della cultura e dei suoi specialismi”.  

“La nomina di Gianluca Farinelli alla guida della Festa del Cinema di Roma è un’ottima notizia”. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini che aggiunge: “Farinelli è uno dei massimi esperti del settore che ha svolto un lavoro straordinario alla Cineteca di Bologna e che, sono sicuro, lavorerà molto bene a Roma. Nell’augurargli buon lavoro, ringrazio Laura Delli Colli per l’impegno con cui ha portato avanti la Festa in questi anni difficili”.  

“Roma ha col cinema un legame antico, unico. Senza Roma, senza Alberto Sordi, Monica Vitti o La dolce vita, la storia del cinema mondiale sarebbe diversa”. È da qui, dal rispetto profondo per la storia della Festa del Cinema e del legame tra cinema e città che si dipana la visione di Gianluca Farinelli.

Bolognese, classe ’63, lavora nel settore da quando aveva 17 anni e negli ultimi 22 anni ha legato il suo nome al capoluogo emiliano, direttore della Cineteca. A livello internazionale è tra i massimi esperti di restauro cinematografico. Negli ultimi anni ha detto no “a diverse istituzioni, anche molto prestigiose, non italiane”, racconta all’ANSA.

Però ha accettato la chiamata della Capitale. “Lo considero un riconoscimento per niente scontato del lavoro fatto non solo da me, ma da tutta la squadra in questi anni a Bologna. Traguardo importante e molto inatteso”.

Farinelli assicura che il nuovo ruolo, da presidente, potrà “convivere” con quello di direttore a Bologna, quest’ultimo un incarico “molto operativo”, mentre per la Festa di Roma sarà più “ideativo e di indirizzo”.

Alla kermesse capitolina porterà la sua “esperienza, quello che ho imparato in 30 anni di lavoro”. E il primo punto all’ordine del giorno sarà la nomina del nuovo direttore. “O della nuova direttrice”, puntualizza. Annuncio che arriverà “molto rapidamente”, promette.

Sui programmi per la Festa del Cinema non si sbilancia. “È presto e non sarei credibile”.

“La cosa più importante che ho fatto in vita mia – dice – è stata quella di sviluppare una relazione tra città e cinema. Roma questa relazione ce l’ha da 110 anni. È la capitale del cinema mondiale. Se togliessimo il contributo di Roma, il cinema mondiale sarebbe diverso. Se sparissero Sordi, Mastroianni, Antonioni, Vitti, Leone, La dolce vita… non solo la storia del nostro Paese, ma quella del cinema mondiale sarebbe molto diversa. Roma è una città che ha storia irripetibile, ricchissima, che non può non portarci nuova linfa vitale. E va affrontata come una grande metropoli moderna, che vuole fare della cultura uno dei suoi strumenti chiave. Del resto finalmente abbiamo capito che cultura è anche economia, posti di lavoro”.

Il cinema, come la cultura in generale, è antidoto alle crisi, strumento per capirle meglio e forse uscirne migliori. “Ce ne siamo già accorti in pandemia, c’è bisogno degli sguardi e delle intuizioni degli artisti”. L’attualità richiama a scenari ancora cupi. La guerra tra Russia e Ucraina, “assurda, priva di senso e immorale come tutte le guerre”, sta “già avendo ripercussioni drammatiche sulla nostra vita quotidiana, dalle bollette agli approvvigionamenti. L’unica cosa positiva in questo frangente – afferma – è la voce unica dell’Europa, altissima, per una esigenza di pace”. 

11 Marzo 2022

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