“Posso dirvi che vedendo Gian Maria Volonté capirete cosa vuol dire il mestiere dell’attore”.
Con queste parole di Giuliano Montaldo si apre il cartellone introduttivo della mostra Gian Maria Volonté 30 appena inaugurata nello spazio WeGil di Roma, nel cuore di Trastevere, in occasione del trentennale della scomparsa dell’attore.
E mai citazione fu più calzante allo stato d’animo che si prova entrando nelle sale che ospitano i magnifici scatti del grande fotografo di cinema Enrico Appetito, provenienti dal prezioso archivio che porta il suo nome ed esposti al piano terra dell’edificio razionalista disegnato da Luigi Moretti. Tanti infatti sono i visitatori che si aggirano su e giù, si fermano e poi ritornano davanti a ognuna delle foto, incantati dallo sguardo magnetico di uno dei più grandi interpreti del cinema italiano, e non solo. Numerosi anche i cineasti presenti all’evento, primo fra tutti il regista Daniele Vicari, direttore artistico della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, che ha una delle sedi proprio in questo spazio.
“La cosa che impressiona di queste bellissime foto di Appetito è vedere un Volonté che ha una presenza talmente forte che l’attenzione di chi guarda non si può scollare dal suo sguardo”, dice Vicari a CinecittàNews. “Il fatto di essere totalmente dentro il suo ruolo viene trasmesso attraverso questi scatti da un atteggiamento che è un po’ come quello degli sportivi, di fortissima convinzione di ciò che stai facendo. Questa potenza dell’espressione di Volonté ci arriva da queste foto in maniera straordinaria”.
“Io ho conosciuto Volonté più per ragioni di famiglia che di spettacolo, perché mio papà aveva messo su una compagnia teatrale con Enrico (Appetito, ndr), Gian Maria e altri grandi attori del tempo”, ci racconta Mattia Sbragia. “Ero ragazzino e lui già mi aveva sempre tra i piedi, gli andavo a rompere le scatole in camerino. Quando è venuto a mancare è stata una grande perdita, mi ha strappato il cuore. Lavorare con Volonté è stata una sfida, ma mi ha insegnato un mare di cose, sia da ragazzino che da adulto”, continua emozionato l’attore e doppiatore. “Queste sue foto mi fanno pensare a quella che è sempre stata raccontata come una leggenda, ma era pura realtà: quando Gian Maria arrivava sul set si toglievano tutti l’orologio, perché si fermavano. Aveva una capacità magnetica, che lo sentivi: quando stavi in scena con lui ti sentivi incollato a qualcuno, entravi lì e finivi travolto”
La mostra, aperta gratuitamente al pubblico dal 1 al 24 marzo 2024, propone novanta foto dell’Archivio divise tra il set e il fuori set di tre film tra i più rappresentativi tra quelli interpretati da Gian Maria Volontè: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Sacco e Vanzetti e Per un pugno di dollari (Il calendario delle proiezioni è consultabile sul sito WeGil).
“Il progetto di questa mostra è nato più di un anno fa, in verità si doveva chiamare Gian Maria Volonté 90, perché volevamo festeggiare il suo compleanno nel 2023, e conteneva un numero molto più corposo di film”, ci svela Tiziana Appetito, che con Francesco Della Calce è curatrice dell’esposizione per l’Archivio Storico di Fotografia di Cinema Enrico Appetito (suo padre). “Poi qualche ritardo ci ha portato a un anno dopo, quindi ai trenta dalla sua scomparsa. L’Archivio ha tre milioni e mezzo di negativi e 500 film, è stato riconosciuto dal Beni Culturali come di notevole interesse storico, e il nostro primo interesse è farlo conoscere, per ricreare la voglia nei ragazzi di fare cinema, ma non solo come attori. Qui il bello è vedere tutti i mestieri del cinema: abbiamo scelto queste foto una ad una, perché per fare ognuna di esse c’è tutta una troupe dietro. E mi piacerebbe raccontare la storia di quel cinema anche attraverso le voci di chi è rimasto della ‘vecchia guardia’, perché possa passare il testimone alla nuova”.
La serata ha inizio, ed è ancora Vicari a fare gli onori di casa, dalla gradinata in fondo alla prima sala: “Queste foto ci restituiscono un Volonté che quasi ci tende la mano”, dice il regista. “La Scuola che porta il suo nome è anche questo posto, e ha sempre voluto essere una scuola popolare: un aggettivo che si addice molto anche a Gian Maria, un attore che continua ancora oggi ad essere amato come se fosse vivo”.
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