Franceschini: il 2016 anno dell’industria culturale e creativa

Il 20 gennaio alla Triennale di Milano sarà presentato un rapporto di MiBACT e Siae su quanto pesa l'Italia creativa. E sul diritto d'autore nell'era digitale il ministro dice: Europa troppo difensiva


“Il 2016 sia l’anno dell’industria culturale e creativa”. A dirlo è il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, intervenendo alle celebrazioni per i 70 anni dell’Agis. “Come la prima parte del lavoro è stata sul patrimonio – dice Franceschini – vorrei che questo 2016, e qui sarà concentrata una parte dei miei sforzi, fosse dedicato alle attività culturali e all’industria culturale e creativa. Ci sono tanti paesi dei quali dobbiamo guardare l’esperienza che non hanno il nostro patrimonio, ma hanno investito fortemente sull’industria culturale e creativa, penso ad esempio alla Gran Bretagna, e hanno fatto diventare questo settore trainante per la crescita economica, fondamentale per l’identità nazionale e per la capacità di attrazione turistica”.
E il 20 gennaio alla Triennale di Milano, scrive l’Ansa, il ministro presenterà un rapporto realizzato dal MiBACT con la Siae su quanto “pesa” l’Italia creativa.

Dario Franceschini ha poi sottolineato che il tema centrale del futuro sarà “il diritto d’autore nell’era digitale, fondamentale anche perché riguarda la sensibilità dei giovani che non capiscono perché devono pagare per scaricare qualcosa che hanno sempre avuto gratuitamente. Ma se manca il copyright, se ne va anche la libertà degli autori”.
Il ministro ha inoltre scritto ai ministri della Cultura di Francia e Germania “sul tema centrale del confronto con i grandi operatori della rete, che hanno grande capacità di esercitare selezione e controllo. Penso a Youtube come a Google, che hanno grandi possibilità di forzare le regole e di fare regole diverse tra chi è forte e chi è debole. In questo settore – spiega il ministro – l’Europa sta combattendo una battaglia troppo sulla difensiva. Siamo preoccupati di come difenderci dal mercato anglosassone e spaventati da Netflix e Youtube. Ma noi messi tutti insieme siamo un mercato fortissimo. Se riusciamo ad uscire dal livello nazionale della competizione diventiamo il mercato più forte del mondo dal punto di vista dei contenuti. Possiamo non solo reggere questa sfida, ma sederci forti a quel tavolo, dettando o comunque discutendo le regole sulle quali devono muoversi i governi ma anche le associazioni”.

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10 Dicembre 2015

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