Coproduzione franco-belga, il nuovo film di Dominik Moll fuori concorso a Berlino si muove sul difficile crinale dell'umorismo surreale e stralunato (che va piuttosto di moda in area franco-belga) ma riesce sorprendentemente ad appassionare lo spettatore alle vicende di un manipolo di disadattati, anche grazie all'alchimia tra i protagonisti, François Damiens e Vincent Macaigne. In Italia sarà distribuito da Good Films
Trine Dyrholm vince il premio per la migliore interpretazione femminile per The Commune di Thomas Vinterberg, ispirato all'infanzia del regista: "Dall'età di 7 anni e fino a 19 ho vissuto con questo gruppo di persone. E' stato un periodo folle e fantastico, ero circondato da corpi nudi, birra, discussioni intellettuali, amori e tragedie: avevo davanti a me un intero catalogo di stranezze, mi bastava uscire dalla mia stanza". E sui migranti lancia un giudizio molto duro contro il suo governo: "In questo momento mi vergogno di essere danese"
E’ presentato come un thriller documentario sul warfare in un mondo senza regole Zero Days di Alex Gibney in concorso. Senza regole, perché è un mondo che ancora non si conosce, quello delle armi digitali e della pirateria informatica a scopo di spionaggio o di attacco. E in particolare parla di Stuxnet, un malware in grado di riprodursi da solo che gli USA e Israele hanno lanciato per distruggere una parte importante della struttura nucleare iraniana, e che si è esteso ben oltre il suo obiettivo principale. "Quello che più stupisce è che nessuno ne parla, ci sono armi potentissime in ballo e non ne conosciamo nemmeno la portata", dice il regista
Il nuovo film di Edoardo De Angelis è stato già venduto in Svizzera a Frenetic Films, trattative in corso per Belgio, Spagna e Australia e forte interesse da Francia, Germania e UK
In sala solo tre giorni, 9, 10 e 11 maggio, il nuovo documentario di Michael Moore Where To Invade Next, distribuito da Nexo Digital e Good Films. Nel film, girato anche in Italia, quello che gli sta a cuore, al di là dei toni farseschi e dell'ostentazione di ingenuità, è dimostrare che i soldi per la sanità pubblica e l'educazione sono soldi ben spesi e che in effetti se in Europa si pagano molte più tasse che negli Usa, i denari risparmiati vanno tutti alle assicurazioni private mentre chi non ha nulla è abbandonato a se stesso
Una denuncia contro la guerra tra bande a Chicago, una riduzione in chiave moderna della Lisistrata di Aristofane, e una lunga performance hip-hop con gran parte dei dialoghi realizzati in rima. Questo è Chi-Raq, il film di Spike Lee presentato fuori concorso a Berlino. Il primo tema è quello a cui il regista tiene di più: “Le persone a Chicago – dice il regista – muoiono come mosche per via della violenza e della guerra tra bande. Tra il 2001 e il 2015 ne sono morte 7.356. Nel 2016, e siamo all’inizio, 53. E’ una vera guerra e il mondo se ne deve rendere conto”
Bilancio positivo a metà festival. Per il direttore Dieter Kosslick è la conferma del potere di attrazione della manifestazione
Colin Firth e Jude Law, star della giornata, hanno presentato Genius, basato sul rapporto di amicizia e lavoro dello scrittore Thomas Wolfe (Law) e dell’editor Max Perkins (Firth), già scopritore del talento di Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald. “Quello che mi ha interessato di Perkins come personaggio – dice Firth – è la sua volontà di mantenersi assolutamente fedele allo stile e alla sintassi dell’autore. Non vuole riscrivere i romanzi, vuole solo renderli leggibili per il pubblico”
"L'amore è sempre attuale, tutti noi abbiamo avuto una storia come quelle dei personaggi, una di quelle che non è mai arrivata fino in fondo.Il film parla anche di come ognuno di noi fa le sue scelte, se con il cuore o con il cervello". Così Pernilla August rivendica la modernità di A Serious Game, presentato alla Berlinale e tratto dal più importante romanzo d'amore svedese, pubblicato nel 1912, e ricorda i consigli di Bergman: "Non venire a compromessi con il tuo intuito". Nel cast anche Michael Nyqvist, protagonista della versione svedese della serie Millennium
E' un green card soldier il protagonista del nuovo film di Rafi Pitts, cineasta anglo-iraniano per la terza volta in concorso a Berlino dopo It's Winter e The Hunter. Con Soy Nero porta la storia di un giovanissimo messicano, Nero Maldonado, che decide di combattere per quella che considera la sua patria, ma che a sua volta lo reputa un illegale. "Donald Trump - dice il regista - è l'esempio più evidente e triste di questo odio per gli stranieri, ma le stesse cose accadono anche in Europa. La paura degli emigranti è ovunque. Oggi in Europa c'è chi parla di invasione, perciò è importante fare film su questo argomento. Spero che ci sia una presa di coscienza anche grazie al cinema".
Così il titolo del New York Times per il film di Gianfranco Rosi, osannato a Berlino e dal 18 febbraio in sala con Luce Cinecittà e 01 Distribution
"Fuocoammare è grande cinema che richiama il mondo alle sue responsabilità". Con questa motivazione i giornalisti cinematografici hanno assegnato un Nastro d’Argento speciale, nella sezione Documentari, a Gianfranco Rosi per il suo ultimo film appena presentato con grande successo in concorso alla Berlinale. Premiazione il 25 febbraio alla Casa del Cinema di Roma. ''E' un film politico - ha commentato Rosi - e a Berlino è emerso questo elemento in tutta la sua chiarezza, forse per questo ha avuto un così forte impatto. Mette in luce la necessità di una politica europea seria e univoca sul tema dell'accoglienza altrimenti questa ecatombe resterà un problema e come già comincia ad accadere oggi quei disastri in mare non ci faranno più effetto''
Il cineasta belga, che ha portato in Panorama il suo nuovo film The first, the last, rende omaggio all'autore italiano: "Ho rivisto recentemente alcuni film di Ettore Scola, sono magnifici. Brutti, sporchi e cattivi, mi aveva traumatizzato quando ero piccolo perché non vedevo la favola, ma mi sembrava tutto reale e mi sentivo in empatia con i personaggi. Quando l'ho rivisto da grande ho ritrovato le stesse sensazioni forti. Ma il film più bello di Scola è Una giornata particolare"
Il regista bosniaco vince il Gran Premio della giuria con Death in Sarajevo, ispirato alla pièce teatrale di Bernard Henri-Lévy, messa in scena per il centenario dell'attentato all'arciduca d'Austria che segnò l'inizio della prima guerra mondiale. “Mi rivolgo agli spettatori di tutto il mondo - dice il regista e se notate una certa confusione, beh, benvenuti a Sarajevo. In Bosnia abbiamo una storia pesante alle nostre spalle che è difficile per tutti, soprattutto per noi, comprendere e spiegare. Il nostro paese vive troppo nel passato, più di altri. Non riusciamo a fare un vero lavoro sulla memoria. E' bene che gli storici si occupino del passato e lascino noi a occuparci dell'avvenire"
“Tra le pellicole qui a Berlino, vorrei tanto vedere Fuocoammare di Gianfranco Rosi. Il suo ultimo film era grandioso, mi piacerebbe che queste opere avessero una distribuzione più ampia in USA”. Lo dice Morgan Neville, regista di The music of strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble, documentario presentato in anteprima europea al festival, nella sezione Berlinale Special e basato sul collettivo di musicisti e artisti fondato dal leggendario violoncellista Yo-Yo Ma
Doppia intervista alle due promesse del cinema italiano e francese a Berlino per Shooting Stars: "Lavorare all'estero? Magari, ma la lingua è un problema", dicono entrambe. Lou, che abbiamo visto in L'attesa di Piero Messina, è una dottoressa della Croce Rossa alla fine della seconda guerra mondiale in Agnus Dei di Anne Fontaine, mentre Sara ha appena finito L'accabadora di Enrico Pau, anche quello ambientato negli anni '40, a Cagliari, e sta per girare il nuovo film di Giovanni Veronesi Non è un paese per giovani accanto a Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo
Raffinato bianco e nero e inarrestabile voce fuori campo per Cartas da guerra del portoghese Ivo M. Ferreira, che risente della lezione di Terrence Malick. Siamo nel 1971 e il giovane medico Antònio Lobo Antunes viene separato dall’amatissima moglie incinta e inviato in Angola come ufficiale medico, proprio dal suo carteggio, pubblicato con il titolo D’este viver aqui neste papel descripto – Cartas da guerra, è tratto il film, in concorso a Berlino
Le prime impressioni sul mercato della Berlinale 66 sono entusiastiche, con dati importanti per quanto riguarda il numero di visitatori ed espositori: 8,500 accreditati professionali da più di 100 paesi, tra cui 1.500 buyer, sono attesi nei nove giorni di mercato dai 543 espositori da oltre 73 paesi. Tra cui l’Italia, presente con molti enti uniti nella promozione del paese nel settore dell’audiovisivo. Tra questi abbiamo sentito i rappresentanti di ANICA, Sardegna Film Commission, IFC, Centro nazionale del cortometraggio e Media Desk Italia, per sapere come stanno andando le cose
Due ritratti femminili al festival: Emily Dickinson nella biografia del britannico Terence Davies in A quiet passion proposto in Berlinale Special e una cabarettista di successo posta di fronte alla scelta se portare avanti la gravidanza quando scopre che il bambino è affetto da una grave malattia in 24 Wochen di Anne Zohra Berrached in concorso. "Nel film - dice la regista - mescolo realtà e finzione. Il personaggio della cabarettista Astrid, interpretato da Julia Jentsch, è inventato, ma il suo destino e ciò che deve attraversare non lo è"
Finora guida la classifica dei critici internazionali, stilata da Screen International alla Berlinale. Fuocoammare di Gianfranco Rosi, coprodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è in testa con il punteggio di 3,3, seguito a 2,9 da ben tre titoli di questo 66° concorso: il tunisino Hedi, l'americano Midnight Special e il francese L'avenir. Risultato più che lusinghiero confermato dai rumors del festival. Basta dare un'occhiata alla rassegna stampa internazionale. Giudizi positivi sono apparsi su The Hollywood Reporter, Der Spiegel, Taggesspiegel, Screen International e The Guardian
Nel 1994 Lee Tamahori raccontò in Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri, in maniera brutale e realistica, le condizioni di degrado di molte famiglie disagiate residenti nella periferi adi Auckland, in Nuova Zelanda, la maggior parte delle quali di etnia māori, segnate da un destino di alcolismo e ghettizzazione. Oggi a Berlino tornano il regista e il protagonista Temuera Morrison per proseguire in qualche modo quel cammino in Mahana – The Patriarch, storia di un capofamiglia violento e taciturno che lotta per tenere coeso il suo gruppo
L’industria audiovisiva non è in grado di sostenere la carriera delle registe. E' quello che emerge dall’innovativa ricerca sulla parità di genere realizzata da European Women’s Audiovisual Network (EWA), presentata oggi nel contesto della Berlinale 66 e realizzata, per la parte che riguarda l’Italia (i cui dati saranno pubblicati nei prossimi mesi) con il sostegno e la collaborazione della Direzione Generale Cinema del MiBACT
Lo stato delle anime di Peter Marcias e L'uomo che comprò la luna di Paolo Zucca sono tra i lavori in via di sviluppo inseriti dalla Fondazione Sardegna Film Commission nei vari appuntamenti per la promozione del Cinema “Made in Sardegna”, nella prestigiosa cornice dell'Italian Pavilion a Berlino
Una studiosa di filosofia che si trova ad affrontare le difficoltà crescenti della maturità e la solitudine. E' il bel personaggio a cui dà vita Isabelle Huppert nel quinto film della regista francese Mia Hansen-Love, L'avenir, in concorso a Berlino. Protagonista di questo ritratto femminile, mai scontato o banale, è Nathalie, un'insegnante di liceo piena di passione per il suo lavoro e per gli studi che riscopre la libertà totale dopo che il marito ha scelto di andare a vivere con un'altra donna, la madre anziana è morta, i figli sono andati via di casa