Festa grande per Vincenzo Mollica, tra Fellini e ‘Paperica’

Premio Bianchi del SNCCI a Vincenzo Mollica


Come una stella del cinema sul tappeto rosso, così Vincenzo Mollica: sulle moltissime voci di un coro di giornalisti e persone, che hanno accompagnato l’ingresso del giornalista all’Italian Pavilion chiamando  “Vincenzo, Vincenzo”, stamattina il SNCCI, con la sua presidente, Laura Delli Colli, gli ha conferito il Premio Bianchi, anche se “si sa che Vincenzo non accetta premi, quindi è un’eccezione, questa che concede a noi”, ha detto la presidente mentre ancora il giornalista si faceva strada nell’affollatissimo spazio, tutto pullulante per lui. 

Vincenzo Mollica, consueto volto dall’espressione morbida e accogliente, accompagnato per mano dalla moglie Rosamaria, una volta ricevuto il Premio ha “rotto” momentaneamente l’acclamazione dedicatagli e, tra una voce accennatamente commossa e la sua delicata ironia, ha ringraziato: “Con il miracolo che m’è arrivato (Mollica si riferisce al suo delicato stato di salute) vi vedo tutti giovani, belli e magri, un effetto speciale! Grazie al Sindacato per questo Premio che non merito ma che ricevo con grande gioia, e che la Biennale lo condivida mi dà emozione. Lello Bersani mi diceva: ‘attento che il Premio Bianchi è importante! Seguilo!’. Grazie alla Rai, al TG1, che mi hanno permesso di fare questo mestiere, grazie alla mia squadra! Un lavoro, il mio, da cronista impressionabile e impressionista, come mi piace dire”.

Dopo le prime parole di circostanza, seppur – come sempre da parte sua – sincere e spontanee, Mollica è entrato nel vivo dell’ironia e della sdrammatizzazione, usando la sua vis da cronista e facendo così risaltare anche la sua inconfondibile voce che tanti racconti di spettacolo ci ha fatto attraverso la tv. “27-1-53: diabete, parkinson, glaucoma, se volete giocarli, è una condizione straordinaria! La condizione del non vedere mi ha insegnato che i film si possono anche sentire, il non vedere ti aiuta molto, i film ti parlano. Quando questo accede significa che c’è grande amore per il cinema. Vorrei fare tre dediche, una a mia moglie e mia figlia, Rosamaria e Caterina, che mi hanno sempre aiutato nel mio lavoro; poi a Federico Fellini, che mi ha insegnato l’arte del vedere: ‘Vincenzo, ricorda di non sbagliare mai il tempo di un addio o di un vaffanculo!’. Un altro pensiero ad Andrea Camilleri, che mi ha insegnato molto dell’arte di non vedere, che i colori nella tua memoria sono la cosa più importante e che si può lavorare anche non vedendo e l’ultima volta che ci siamo visti mi ha chiesto di abbracciarmi e io gli ho risposto: ‘Andrea, se c’incontriamo!’”. 

Presenti alla consegna del Premio anche Alberto Barbera, e il presidente della Biennale, Paolo Baratta, per cui “Vincenzo ho sempre trovato ‘il dominio del sorriso’, con lui si vive sempre un momento di colloquio, con l’illusione che l’importante dei due sei tu e non chi ti intervista, un fenomeno personale. Partecipo con gioia a questa festa in onore di un uomo così straordinario”, parole a cui ha fatto eco il direttore della Mostra: “Dire ‘meritatissimo’ è un aggettivo modesto, avrebbe meritato un Leone d’Oro alla carriera, che non possiamo dargli solo perché riservato agli autori. Cosa rende Vincenzo unico e insostituibile? Qual è la sua eredità di critico, comunicatore, giornalista? Tanti hanno la passione, ma lui ha l’entusiasmo e la generosità, non c’è nessuno che lo abbia dimostrato quanto lui. I critici hanno un po’ il piccolo difetto di un po’ di cattiveria non necessaria, per fortuna Vincenzo non ha questo limite. Che questa eredità trapassi a tutti quelli che fanno questo mestiere”, ha augurato Barbera, prima della conclusione in cui la presidente Delli Colli ha invitato tutta la sala ad alzarsi in piedi per questa “festa di non compleanno”, chiusa naturalmente delle parole del “festeggiato”, Vincenzo Mollica che ha chiosato strappando un sorriso e regalando alle persone presenti, e a tutte le tv che hanno ripreso un momento storico della Storia del cinema e della televisione, perché Mollica ha fatto e fa anche la Storia della televisione italiana: “Ho dato disposizione a Rosamaria, ho immaginato tre epigrafi per la mia lapide, per rendere la vicenda più festosa. Ho detto che vorrei la foto di Vincenzo Paperica e una di queste tre frasi: “con rigogliosa fatica mi feci piccolo come una Mollica”, “o medico non fui per poesia ma per mancanza di diottria”, “qui giace Vincenzo Paperica, che tra gli umani fu Mollica”. 

03 Settembre 2019

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