Ferragni: “avevo un sogno, ci ho creduto”. E il Codacons protesta

L'imprenditrice sbarca al Lido ma l'Associazione per la tutela dei Diritti dei consumatori lancia una polemica sul documentario


VENEZIA – Chiara Ferragni sbarca al Lido in maglietta marinara a righe, shorts di pelle nera e decolletè. Sfoggia sul petto la scritta ‘J’adior Venezia’ e sta mano nella mano con Fedez, elegante in camicia bianca, pantaloni scuri e capelli biondo platino.

Alla Darsena li accolgono i fan urlanti e i fotografi. Lei saluta i follower con un gesto dell amano, dopodiché cambia look e viene portata all’Arsenale per per una visita guidata alla Biennale Arte, come riservato a tutti gli ospiti principali della Mostra. E’ al Lido per promuovere Unposted, il film di Elisa Amoroso, dedicato all’ascesa dell’ imprenditrice digitale del mondo della moda, eccellenza italiana nel mondo, in prima mondiale nella sezione Sconfini e poi il 17, 18 e 19 settembre distribuito da 01. Ogni passo corrisponde a una storia di Instagram, regolarmente postate da Ferragni. La serata in Sala Giardino è già da tempo sold out. La coppia, senza il piccolo Leone (o almeno sembrerebbe, non ci sono post a riguardo) alloggia a Venezia, ma torna al Lido per un incontro molto esclusivo con 30 giornalisti selezionati, mentre festeggerà il film con 300 invitati, nell’ex palazzo abbandonato Donà Giovannelli recentemente acquistato dalla società di Paolo Barletta, socio del brand Ferragni. E’ a Cannaregio e l’allestimento sarà curato, a quanto si apprende, da Alessandra Grillo, la stessa wedding planner delle nozze a Noto con Fedez.

Nella didascalia che ha accompagnato un suo video in cui piange emozionata ha scritto: “Per mesi ho pensato a questo momento: pochi giorni prima di presentare il documentario sulla mia vita come mi sentirò? Sarò felice? Orgogliosa? Impaurita? Eccitata?”. Il film, , prodotto da Francesco Melzi di MeMo Films con Rai Cinema, è autobiografico: Chiara voleva riuscire a far emergere “la vera me, senza filtri” ossia “la mia storia, quella di una ragazza che ha fatto un sogno e che ci ha davvero creduto”, aveva detto a ‘The Hollywood Reporter’. “Elisa mi ha filmato in così tanti momenti diversi, ed è tutto molto naturale e autentico”.

Intanto, il Codacons lancia una polemica con una nota, chiedendo ai cinema di tutta Italia di non trasmettere il documentario. “Siamo assolutamente contrari a questa iniziativa – si legge – che non sembra avere nulla di artistico e temiamo sia, piuttosto, tesa al profitto sulla pelle dei tanti giovani che seguono la nota influencer, disposti a spendere qualunque cifra per avere anche solo un autografo o una foto con lei. Ricordiamo che la Ferragni non sembra essere un virtuoso modello educativo (basti ricordare la vicenda dello spreco di cibo in occasione di una festa all’interno di un supermercato), e che la stessa è stata oggetto di denunce in merito all’uso illecito dei social network, prima per aver pubblicizzato in modo scorretto prodotti e marchi commerciali, poi per la pubblicazione di foto del figlio in violazione delle disposizioni sulla privacy dei minori. Per tale motivo il Codacons chiede alle sale cinematografiche di tutta Italia di fare un passo indietro, e rinunciare alla proiezione del documentario sulla vita di Chiara Ferragni”.

“Raccontare ad altri me stessa all’inizio mi ha spaventato – ha detto poi Ferragni in conferenza – non ero abituata a non avere il controllo, visto che da quando ho 16 anni che posto le mie cose, prima sul blog ora su Instagram. Poi mi sono trovata in sintonia con Elisa Amoruso, è riuscita a farmi scoprire parti di me che non conoscevo, farmi capire ad esempio ancora di più l’importanza che ha avuto mia madre nell’essere chi sono adesso”.

Ma non si pensa come un’attrice: “Non scherziamo, la loro è un’altra storia, non credo di essere così brava. Mi piace la curiosità che suscito ma per me essere a Venezia è un sogno. Più di tutto mi piace far capire chi sono, qual è il mio lavoro. Anche io sono una fan…di Leonardo DiCaprio, lo adoro dai tempi di Titanic. Nel 2013 ci siamo ritrovati a Cannes al galà dell’amfAR, volevo chiederli un autografo ma sono stata respinta. Così come non scenderei in politica. Non è il mio ambiente”. 

Cosa vorrebbe uscisse da Unposted? “Un messaggio positivo che emerge dalla mia storia: siate determinate a realizzare i vostri sogni. Sono felice di essere fonte di ispirazione e nel documentario forse si capisce meglio perché. E poi magari si superano i pregiudizi su di me. Ho un carattere forte, specie all’inizio mi hanno fatto molto male i commenti cattivi, gratuiti, distruttivi. Mi hanno fatto dubitare di me, del percorso che stavo facendo, ora è più facile fregarsene, ma proprio per questo ci tengo ad essere un esempio contro i leoni da tastiera e presto dedicherò energia su questo”.

Il figlio Leone ha un anno e 5 mesi ed era su instagram prima ancora di nascere, si è mai posta il problema di questa sovraesposizione? “E’ figlio di due persone celebri, raccontare di Leo, della nostra felicità familiare ci sembra la cosa più naturale e trasparente. Anche qui vedo un messaggio positivo”.

04 Settembre 2019

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