Non capita spesso di imbattersi un film d’animazione di genere catastrofico, che oltretutto si fa portavoce di un intelligente e sensato messaggio ecologista su scala globale. In sintesi è questo il maggior pregio del thailandese Eco Planet diretto da Kompin Kemgumnird, già animatore per la Disney di Tarzan e Atlantis, presentato in anteprima al festival di Giffoni e dal 25 luglio in uscita nelle sale italiane distribuito da M2 Pictures.
Fondamentale in questa parabola sull’interculturalità e la sostenibilità è la corsa contro il tempo di tre ragazzini, la quattordicenne Nora e il fratellino Kim di tre anni (in grado di comunicare con ogni animale e ogni vegetale), entrambi provenienti da un remoto villaggio thailandese, accompagnati da Sam, nientedimeno che il giovanissimo figlio del presidente di Capital State (cioè gli Stati Uniti). Dopo i primi dissapori scaturiti dall’incomprensione e dalle differenze etniche, ecco che fanno squadra per salvare il pianeta dalle lingue di fuoco che lo stanno letteralmente fagocitando. Ma anche dalle sciagurate misure che a Capital State stanno per essere prese (riconoscibilissima New York, i suoi monumenti, Central Park e il palazzo delle Nazioni Unite): sconfiggere le super-fiamme con una serie di bombe fredde che invece riusciranno solo a moltiplicare irreparabilmente i buchi nell’ozono.
Riusciranno i capi di Stato, sotto l’egida del presidente di Capital City, ad ascoltare per una volta tre bambini evidentemente più saggi? E ad accettare il consiglio di spegnere ovunque nel mondo gli interruttori, come se si trattasse di riavviare un computer in avaria? La soluzione, così a portata di mano, l’aveva collaudata già Snake Plissken alla fine di Fuga da Los Angeles di John Carpenter. E lui sì che di futuro agghiacciante e scenari escatologici se ne intendeva.
Si conclude la 43° edizione del Giffoni Film Festival, con un bilancio positivo rispetto alla selezione dei film presentati, soprattutto quelli scelti per la sezione dei più grandi (+18). Su tutti spicca il vincitore: l’americano Any day now di Travis Fine, che racconta la storia, ambientata alla fine degli anni ’70, di una coppia di omosessuali (interpretata dagli straordinari Alan Cumming e Garret Dillahunt) che decide di prendersi cura di un ragazzino down abbandonato a se stesso dalla madre tossicodipendente
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