Don Hahn: 17 anni vissuti da Leone


Quando Il Re Leone ha lanciato il suo primo ruggito nei cinema di tutto il mondo, nel 1994, la storia di Simba e di suo padre ha toccato il cuore di un’intera generazione. Merito della colonna sonora, del sapiente mix di umorismo irresistibile e dramma shakespeariano impeccabilmente recitato, oltre che, naturalmente, dell’innovativa tecnica di animazione. Classico intramontabile, Il Re Leone è a tutt’oggi uno dei titoli più venduti in assoluto nel settore dell’home entertainment e ha ispirato diversi seguiti, destinati proprio all’home video, e anche un musical premiato con il prestigioso Tony Award, che vanta il maggior numero di rappresentazioni nella storia di Broadway.

Ora, il film taglia anche il traguardo del 3D, veste in cui è da poco stato ridistribuito negli Stati Uniti ottenendo al botteghino un successo stratosferico, ben oltre le aspettative. In Italia, questa nuova, sfavillante versione stereoscopica arriverà in sala l’11 novembre, poco dopo il Festival Internazionale del Film di Roma che ne offre un’anteprima nella sezione Alice nella città . Seguiranno a fine mese le versioni tridimensionali per i sistemi casalinghi, Blu-Ray e DVD. Ne parliamo con Don Hahn, leggendario produttore che si è fatto le ossa partecipando lui stesso all’animazione di classici come La Bella e la Bestia.

Gira voce che abbiate scelto “Il Re Leone” come primo classico da adattare in 3D per ragioni meramente tecniche…
Non è esatto. Certo, avevamo il lavoro salvato su molti hard disk e su diversi livelli, e come sanno gli esperti questo aiuta molto nel processo di conversione. Ma non era l’unico film che avevamo archiviato in quel modo. Praticamente tutti i film dal ’91 in poi li abbiamo conservati così, La Bella e la Bestia, Aladdin… Il vero motivo è il successo di pubblico di questa particolare pellicola, e la sua innegabile popolarità.

Questo esperimento apre in qualche modo una nuova stagione. Presto vedremo in stereoscopia anche “Star Wars” e “Titanic”. E nel frattempo gli incassi dei film nuovi in 3D dimostrano che la novità inizia a cedere il passo. Pensa che la riedizione di vecchi classici sia la via da intraprendere per sfruttare al meglio la stereoscopia?
Penso che noi filmmaker dobbiamo essere responsabili nei confronti dell’audience. Ci sono dei film che in 3D funzionano e altri che, semplicemente, non lo fanno. Bisogna fare una scelta: se la stereoscopia aggiunge al racconto qualcosa di interessante, come appunto nel caso di Titanic, o Top Gun, va bene, ma non si può lasciar intendere che uno studio voglia convertire tutta la sua produzione. Non va bene. Il pubblico è furbo, se ne accorgerebbe. Deve essere qualcosa di nuovo e interessante. E poi è fondamentale che il regista della versione originale possa partecipare al processo di adattamento, ecco perché abbiamo in 3D Il Re Leone e non Quarto Potere.

Vi aspettavate tutto questo successo per la riedizione?
Onestamente, no. Siamo rimasti sorpresi. Pensavamo a un’apertura più modesta e invece, dai 12 milioni di dollari del primo weekend, siamo passati nel giro di pochi giorni a 20 e poi a 100.

Del resto, fu una sorpresa anche la prima volta…
E’ così. Mentre ci lavoravamo ci chiedevamo se davvero la gente avrebbe avuto voglia di vedere una storia di omicidio nel regno animale con le musiche di Elton John come sottofondo, ma già screenings ci avevano fatto capire che la storia prendeva. Lo ha fatto 17 anni fa ed, evidentemente, ancora funziona.

Lei è al lavoro con Tim Burton su “Frankenweenie”…
Sì. Conosco Tim da molto tempo, abbiamo lavorato assieme negli anni ’80. Lui aveva realizzato questo corto che era una sorta di remake di Frankenstein, con un cagnolino al posto del mostro. Ci siamo reincontrati circa cinque anni fa e gli ho chiesto se avesse voglia di trarne un lungometraggio. Sarà un film d’animazione, in bianco e nero e in 3D. E’ ancora in fase di lavorazione, uscirà a ottobre del prossimo anno.

Lei stesso è stato un animatore. Ci sono ancora persone che disegnano manualmente o si fa tutto con il computer?
L’animazione è come la moda, gli stili vanno e vengono. Qualche anno fa c’era il boom dei computer e sembrava che le tecniche tradizionali stessero scomparendo. Ma non è stato così. Per dire, stanno uscendo almeno 4 film realizzati con la stop-motion. E anche per Frankenweenie abbiamo cercato animatori tradizionali, un po’ in tutto il mondo: Europa, Canada, USA. Peschiamo dove c’è il talento.

Il cartoon 2D è spacciato?
Niente affatto. Le ho detto, le mode vanno e vengono. Il 2D non morirà mai.

Dobbiamo aspettarci altre riedizioni a breve?
Beh, Walt Disney le faceva ogni 7 anni, anche perché era in grado di spendere tutti i soldi che guadagnava, quindi era un modo per riempire facilmente le casse e poter fare di volta in volta nuovi film. Poi l’avvento delle videocassette, poi del dvd e del Blu-ray ha cambiato le cose. Resta il fatto che, evidentemente, alla gente piace rivedere i film su grande schermo, e la stereoscopia è un valore aggiunto. Noi cineasti non possiamo che esserne entusiasti, dato che è per quello che lavoriamo.

Il Blu-ray del film esce a fine novembre. Una perfetta strenna natalizia?
Può essere considerato un film di Natale, sì. In fondo parla dei rapporti con la propria famiglia e della loro importanza, uno dei più classici e fondamentali messaggi Disney.

03 Novembre 2011

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