Dalla Sardegna a Locarno, con Perfidia

L'opera prima di Bonifacio Angius, in concorso al Festival ticinese, è una storia di incomunicabilità tra padre e figlio dopo un lutto, ma anche una riflessione sull'inadeguatezza di una generazione


La storia della generazione dei trentenni, in una città di provincia, fra disoccupazione, incomunicabilità padre-figlio, solitudine, infantilismo esistenziale, inadeguatezza. Ecco, nelle parole del regista sassarese Bonifacio Angius, Perfidia, film italiano che concorre al Pardo d’Oro nel concorso internazionale del Festival di Locarno al via il 6 agosto in Canton Ticino. La pellicola è un’opera prima (“il mio precedente lavoro era un gioco fra amici”, precisa il cineasta) che si svolge a Sassari dove Angius, 32 anni, spirito errabondo con tappe a Barcellona, Roma e Firenze, dopo aver abbandonato la Facoltà di Psicologia, colloca il racconto. Angelo (Stefano Deffenu) e Peppino (Mario Olivieri, preside in pensione al suo esordio cinematografico a 68 anni) – entrambi sassaresi – sono uniti dal dolore per la perdita della madre dell’uno e moglie dell’altro. L’ex giovane, un trentacinquenne mai davvero cresciuto, non solo non ha lavoro, ma non lo cerca nemmeno, vivendo un’esistenza anonima in bar di periferia senza un minimo futuro possibile. Il genitore – “forse un ex impiegato di banca o un ex funzionario delle Fs”, spiega Angius che non ha definito con chiarezza i personaggi – cerca di trovargli un’occupazione: prima in un cantiere, da cui però Angelo fugge alla prima difficoltà, poi in un ufficio inteso “solo come luogo dove sedersi e prendere uno stipendio”. Ma senza successo. Il padre scoprirà amaramente di essere solo e di non poter contare su amicizie vere o ‘clientelari’. E questa solitudine esistenziale e sociale, questo senso di abbandono sembra il fil-rouge invisibile che lo unisce al figlio. “Ho scelto il titolo perché mentre scrivevo il testo ascoltavo ‘Perfidia’ di Nat King Cole, ma anche perché volevo un titolo da una parola e poi ancora perché la perfidia è qualcosa che si nasconde dietro una calma apparente come la violenza, aleggia ma non si vede a occhio nudo”, dice il regista all’Ansa. “Ho cercato di elevare dei personaggi comuni a personaggi da tragedia greca, epici. Pieni di nostalgia e di disfatte”. Piccolo budget per il film prodotto da Movie Factory e Il Monello Film. 

04 Agosto 2014

Locarno 2014

Locarno 2014

Vivere ai piedi del Vesuvio

Gianfranco Pannone con il documentario Sul vulcano - fuori concorso al festival di Locarno e distribuito da Luce Cinecittà - lancia un appello ai politici per sensibilizzarli sulla grave situazione in cui versano quella zona e i suoi abitanti: "Ho preferito raccontare il Vesuvio anche attraverso le parole e gli scritti di tanti artisti e scrittori. Ma affronto anche i problemi che la speculazione ha creato. Parlo delle case costruite sui canali creati dalla lava, racconto la concentrazione di persone che vive in posti che non dovrebbero essere abitati. E questa è politica, politica vera, quella che piace a me"

Locarno 2014

Bonifacio Angius: la mia Sardegna non da cartolina

"Volevo che in Perfidia ci fosse la Sardegna che conosco, che non è soltanto quella colorata, piena di sole e di mare, ma quella grigia, claustrofobica che si respira in certe periferie", così il regista sul suo esordio passato in Concorso al Festival di Locarno e in uscita in sala il 27 novembre con Movie Factory e Il Monello film. La storia, ambientata a Sassari, racconta di un padre e un figlio che, dopo la morte della loro moglie e madre, convivono scoprendo di essere due completi estranei. "Il tempo che stiamo vivendo è fatto di di una cattiveria che s'innesta silente nella società, nella famiglia, fra le persone, che non comunicano più e sono spesso paralizzate dalla solitudine", spiega l'autore

Locarno 2014

Locarno, vince il film filippino sulla dittatura di Marcos

“Qui ci sono molti conti bancari della famiglia Marcos, sareste così gentili da ridarceli a noi, popolo filippino?”, così Lav Diaz, il regista premiato con il Pardo d’oro per il suo From What Is Before. Cancellata l'attesa masterclass con Roman Polanski che, a causa di una polemica montata da un politico locale, ha disertato il festival. Dario Argento ha annunciato che produrrà una serie per la tv americana: una decina di film, uno o due da lui diretti, i restanti affidati a giovani registi di horror indipendenti per il web

Locarno 2014

Polanski a Locarno: è polemica

Il masterclass di Roman Polanski in programma a Locarno il 31 agosto con la moglie Emmanuelle Seigner, sta rinfocolando polemiche nel ticinese, il bacino d’utenza primo e naturale del festival. Parecchie voci indignate, anche a mezzo stampa, per l’invito al regista che si porta però ancora dietro il peso dell’accusa di stupro a una ragazzina. A protestare anche alcuni politici, come Fiorenzo Dadò, capogruppo del partito popolare democratico. Ma il direttore Carlo Chatrian risponde: "Lo invito come regista ponendo l'accento sui suoi film"


Ultimi aggiornamenti