Contro la pirateria: una campagna rivolta ai giovani

Si intitola We Are Stories la campagna antipirateria lanciata dalla Fapav, che ha presentato i dati del primo semestre 2021 sul consumo illegale, tornato ai livelli pre-pandemia


Si intitola We Are Stories la nuova campagna antipirateria lanciata dalla Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), che ha presentato i dati del primo semestre 2021 sul consumo illegale, commentati nel corso di un webinar con rappresentanti dell’industria tra cui Nicola Maccanico (AD Luce Cinecittà), Giancarlo Leone (presidente APA), Francesco Rutelli (presidente ANICA), Pierluigi Bernasconi (presidente UNIVIDEO), Mario Lorini (presidente ANEC), rappresentanti della Guardia di Finanza e della Polizia Postale, e con le conclusioni di Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione ed Editoria.

‘We Are Stories’ si compone di sette spot di cui tre rivolti alle nuove generazioni (il 37% dei pirati ha tra i 16 e i 34 anni, con un 12% sotto i 24 anni), tre rivolti alla filiera e uno istituzionale. Saranno diretti da un giovane regista e sceneggiatore emergente (in produzione da fine luglio) e rappresentano, nelle parole del segretario generale Fapav Federico Bagnoli Rossi, uno strumento fondamentale per “la sensibilizzazione e per creare un ecosistema digitale con al centro la legalità”.

Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, ha illustrato i risultati del sondaggio realizzato attraverso 1.000 interviste online e anonime tra il 7 e il 12 maggio scorsi. I dati evidenziano la voglia di sala (un 39% vuole tornare al cinema) e di piattaforme legali (+30% di abbonati), che sono il miglior deterrente agli atti di pirateria. Questi, balzati alle stelle durante la quarantena del 2020 con 243 milioni di occorrenze, sono scesi ai livelli del 2019 con 57 milioni di occorrenze. In crescita le IPTV illecite, che sono addirittura raddoppiate. Mentre è aumentata la percezione della gravità del fenomeno, diminuisce purtroppo la sensazione di poter essere individuati e puniti. La pirateria incide per 591 mln di euro sul comparto e per 200 milioni di euro sul gettito fiscale. 

Il calo (di incidenza e numero di atti) riguarda soprattutto la pirateria fisica e indiretta, mentre quella digitale è in crescita del 4% rispetto al 2019, con una flessione solo nelle sue componenti di download e streaming, ma non IPTV. Per quanto riguarda i prodotti, è in forte ripresa la pirateria di eventi sportivi live dopo lo stop forzato del lockdown (14% negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto al 10% del 2019). I film restano il contenuto più piratato (25% vs 31%) seguiti dalle serie/fiction (20% vs 23%). Sono invece quasi 11 milioni gli italiani che hanno utilizzato almeno una volta le IPTV illecite (21% negli ultimi 12 mesi vs 19% durante il primo lockdown).

“Siamo in un momento di spartiacque – afferma Federico Bagnoli Rossi – cerchiamo di accompagnare la ripartenza. Sempre più importante è la tempestività delle azioni di tutela, oltre all’offerta legale che resta il miglior deterrente”. E ha aggiunto: “Sul fronte nazionale va posta la massima attenzione all’implementazione della Direttiva Copyright nel nostro ordinamento ed è necessario altresì che avanzi l’iter relativo alle proposte di legge in tema di antipirateria, ora calendarizzate. Sul fronte europeo, invece, è centrale la discussione intorno al Digital Services Act, che rappresenta una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti sul web”.

“E’ curioso notare come la pirateria scenda, ad esclusione di quella collegata allo sport – dice Nicola Maccanico, ad Luce Cinecittà – ma scenda anche la consapevolezza che la pirateria è un reato. Oltre alla comunicazione, per combattere la pirateria servono anche le logiche di mercato. La pirateria scende perché crescono le piattaforme. Più si investono soldi in quel settore meno serve la fruizione dei contenuti pirata. E poi è fondamentale la deterrenza, ovvero dare la sensazione che non ci sia impunità. Si pensa che la pirateria non è reato quando non si paga un prezzo adeguato applicandola. Va dimostrato, insieme alle forze dell’ordine, che c’è un pericolo per chi la pirateria la usa e soprattutto per chi la ‘costruisce’. I set non si sono fermati, con un gran lavoro di produttori e istituzioni il mondo produttivo è andato avanti, in un momento storico in cui piattaforme e televisioni necessitavano di contenuti in maniera sempre maggiore. In epoca di pandemia hanno funzionato molto le produzioni locali. La crescita e il piano di recovery di Cinecittà vuole rendere l’HUB all’altezza di quello che il mercato propone e richiede”.

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