Castellitto, “tra artisti in guerra e immersive arts, il mio Centro Sperimentale”

Il presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia racconta ai giornalisti la sua visione e annuncia: "Continuerò a fare cinema, non ho l'obbligo di frequenza"


I temi caldi sono la nomina del nuovo conservatore della Cineteca Nazionale, che succederà ad Alberto Anile, e sarà annunciato a breve, e la sala della Cineteca che la precedente gestione, con la presidente Marta Donzelli, aveva progettato al Cinema Fiamma, in via Bissolati, e che non proseguirà. A confermarlo il presidente Sergio Castellitto, in carica da circa cinque mesi, che stamani ha convocato la stampa nella storica sede della Scuola Nazionale di Cinema, in via Tuscolana, per raccontare la sua visione. Tra le novità la rassegna sulla Diaspora degli artisti in guerra, già anticipata durante la Berlinale, che si svolgerà nella seconda metà di giugno e che sarà incentrata sui conflitti in corso in Ucraina e a Gaza e darà vita anche a un film realizzato dagli studenti del Centro.

“Nell’accettare l’incarico – ha esordito Castellitto – ho chiesto totale indipendenza che mi è stata assicurata, l’altra cosa che ho detto subito è che avrei tentato di fare questa esperienza con la stessa attitudine di quando faccio un film”. E a proposito della sua attività di regista e attore ha annunciato: “Non intendo fermarmi, del resto qui non ho l’obbligo di frequenza”.

Affiancato dai vertici del CSC, tra cui i membri del cda Giancarlo Giannini, Cristiana Massaro e Andrea Minuz, il presidente ha elogiato i docenti (“ho ritrovato con piacere Francesco Frigeri per Scenografia, Franco Bernini per Sceneggiatura, Francesca Calvelli per il Montaggio, Beppe Lanci per la Fotografia”), senza escludere la possibilità di ritagliarsi uno spazio nell’insegnamento, e ha parlato di un “consiglio d’amministrazione militante che non si limita a prendere parte alle convocazioni ogni mese mese e mezzo, ma ha chiesto e ottenuto di conoscere la macchina organizzativa della scuola scendendo in campo. Non m’interessa il potere, ma il governo e la collegialità nel rispetto di una missione”, ha chiosato.

Già avviato il dialogo con gli studenti, incontrati in assemblea, i corsi rimangono quelli tradizionali ma nasceranno dei master di alto livello, uno dei quali sulla scrittura creativa con minimum fax, un altro sul management con Anica Academy.  Confermate le due rassegne estive, Quo Vadis e Santa Croce in Gerusalemme.

Sul Cinema Fiamma, Castellitto ha detto: “E’ una vicenda complessa, sia dal punto di vista tecnico che burocratico, stiamo facendo delle riflessioni sul suo utilizzo e anche sui fondi. Anche perché abbiamo avviato una rimodulazione di alcuni progetti e siamo giunti alla conclusione di rinunciare a una parte dei finanziamenti del PNRR, circa dieci milioni su 35, per poter rispettare le scadenze. Del resto, il Cinema Fiamma non sembra il luogo più indicato per un’attività destinata al pubblico giovanile come insegna l’esperienza straordinaria del Cinema America”.

Altra emergenza quella degli spazi, con l’ipotesi di una riqualificazione del Teatro bruciato che potrebbe diventare un micro Centro Sperimentale. Infine una considerazione di carattere generale: “Questa è una scuola d’arte e dunque lavoriamo sul talento, che è un oggetto misterioso e che spesso confina con la velleità”.

Tra le sedi decentrate, da Palermo a Torino, anche San Servolo a Venezia, subito pensato come un luogo decisivo che potrebbe ospitare un corso dalla primavera alla fine della Mostra del cinema destinato alle immersive arts. Gli allievi sono 255 a Roma, 34 a Palermo, 10 a L’Aquila, 60 a Torino, 55 a Milano. Tra i settori da incrementare quello dell’editoria.

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Cristiana Paternò
26 Marzo 2024

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