Castellitto: “Con Sorrentino e Garrone vince l’Italia”


Commozione e gioia trapelava dopo la doppia vittoria anche dall’unico giurato italiano Sergio Castellitto: “Hanno vinto due film gemelli, diversi e complementari, cresciuti nello stesso ventre. Perché hanno in comune un grande tema, ovvero cosa si nasconde dietro la facciata civile e occidentale, di una democrazia. E’ facile parlare di una dittatura, di un paese in via di sviluppo; ma altra cosa è affrontare il volto controverso di una realtà europea”. Poi Castellitto ha scherzato: “E’ tutto il giorno che gli altri giurati mi prendono in giro, ma io dico che oltre a Garrone e Sorrentino c’è un terzo premio che va alla cinematografia italiana nel suo insieme. La stessa che un anno fa era data sulla Croisette come agonizzante, se non già morta, perché non avevamo alcun film in concorso”.

 

Se per Paolo Sorrentino è stato “fondamentale” scegliere la figura del senatore Giulio Andreotti per realizzare Il Divo perché è un uomo politico rappresentativo dell’Italia e perché gli ha permesso di raccontare gli anni ’90, “troppo spesso rimossi e frettolosamente archiviati e che invece sono fondamentali per capire anche il paese di oggi”, Matteo Garrone ha voluto ringraziare lo scrittore Roberto Saviano “perché grazie al suo libro ho potuto mettere in scena una realtà tutta italiana, quella di Napoli e della Campania devastata dalla camorra e dai rifiuti”. Il regista di Gomorra si è detto contento “di condividere questa vittoria al festival di Cannes con Sorrentino: abbiamo le stesse idee su quello che è il cinema e siamo legati da una visione contemporanea della realtà italiana”.

Grandi elogi anche da parte di Sean Penn, per il quale “Gomorra è un film che resterà a lungo, che vale e ci ha convinto, mentre Il Divo esprime un’idea di cinema dinamica, audace, vibrante, ma è anche un film forte e coraggioso sul tema del potere e della politica, trattato con umorismo ed energia”. Durante la premiazione, condotta dal presentatore francese Eduard Baer, Penn ha parlato con grande trasporto e alla fine era quasi vicino alle lacrime raccontando l’esperienza di passione condivisa, di grandi discussioni costruttive e della volontà di premiare film che non fossero premiati altrove. “Cercavamo in primis un film in cui l’artisticità espressiva facesse la differenza. Ma nel film di Cantet abbiamo trovato anche la magia della provocazione intelligente, della generosità, della qualità di scrittura e di interpretazione. In una parola, qualcosa di davvero magico”. Unanime il parere dei giurati sulla Palma. Marjane Satrapi, la regista di Persepolis, ha accennato al “colpo al cuore” che Entre les murs ha suscitato in tutti.

25 Maggio 2008

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