Bunny and the Bull: una strana corrida tra Gondry e Donnie Darko


Stephen Turnbull non esce di casa da un anno, si sveglia ogni giorno alla stessa ora, mangia solo lasagna vegetariana preconfezionata, non conosce altri abiti che vestaglia e ciabatte.
È un recluso, insomma, che sembra non avere alcuna voglia di abbandonare il tunnel di regolarità maniacale che si è autoimposto.

Cosa lo abbia portato a chiudersi tra le quattro mura domestiche, lo scopriamo in un’ora e mezza di immaginifico trip mentale, su cui il regista Paul King ha costruito il plot del film Bunny and the Bull, presentato al Festival di Roma nella sezione L’Altro – Cinema Extra.

In un viaggio a ritroso nel tempo, con mille intriganti riferimenti al cinema visionario degli ultimi vent’anni – c’è il Michel Gondry de L’Arte del Sogno e Se mi lasci ti cancello, come il Terry Gilliam di Paura e delirio a Las Vegas, ma anche un pizzico di Donnie Darko e del sottovalutato C.R.A.Z.Y. di Jean-Marc Vallée – il film racconta il viaggio di Stephen in un’Europa da fumetto, in compagnia dell’amico Bunny, dedito a gioco d’azzardo, birra e pollastre e ossessionato dall’idea di sfidare un toro. Tutto il contrario del protagonista, timido, riservato ed estremamente impacciato nei rapporti con il gentil sesso.

Visivamente, la dimensione onirica del racconto è resa con una fotografia dai colori sgargianti e con l’uso di tecniche ibride, che sovrappongono gli attori a fondali volutamente “fasulli”, realizzati al computer o in stop motion, a disegni animati o semplicemente con sagome di cartone.

Si ride molto, con battute di gusto tipicamente “british” e scene surreali degne dei migliori sketch dei Monty Python, che aiutano ad alleggerire l’intricato sottotesto psicanalitico.
Ma corrida e tauromachia rimandano simbolicamente al sacrificio, e la tristezza è dietro l’angolo. Una colonna sonora scarna e malinconica, realizzata quasi interamente al pianoforte, fa da contrappunto alla vivacità variegata della fotografia di John Sorapure, lasciando intendere che questo “sogno”, al risveglio, lascerà in bocca un sapore amaro.

Esordio per King, che ne ha scritto anche la sceneggiatura, il film è interpretato da Edward Hogg, Simon Farnaby e Verónica Echegui.

22 Ottobre 2009

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