‘Brivido Caldo’, il memorabile esordio di Lawrence Kasdan

Debutta una nuova rubrica tra giallo e noir, Profondo Thriller. Si parte con Brivido Caldo, indimenticabile noir del 1981 scritto e diretto da Lawrence Kasdan


Con questo articolo nasce una nuova rubrica di CinecittàNews: “Profondo Thriller”. Il titolo prende a prestito l’aggettivo che Dario Argento ha utilizzato per il colore di cui è intriso il suo film più importante e uno dei thriller (horror) più ammirati di sempre. E non solo in Italia. Profondo rosso, appunto. Esploreremo i migliori film thriller della storia del cinema in ordine sparso. E fin qui ci siamo. Ma ci metteremo dentro anche tanto cinema noir. E qui è un po’ più complicato perché la definizione “film noir” l’abbiamo sentita centinaia di volte, eppure siamo sicuri di sapere esattamente di cosa si tratta?

Quando sentiamo “noir” finiamo subito per associarlo a detective dalla sigaretta pencolante tra le labbra e femme fatale che girano in bianco e nero per sedurre gli investigatori di cui sopra. Ma cos’è davvero il film noir? Beh, non è così chiaro, ma ci sono alcuni elementi dello stile che sono ormai un modello. Il cinema noir è un genere caratterizzato da pessimismo, fatalismo e cinismo. Il termine è stato originariamente coniato in Francia nel secondo dopoguerra (il primo fu il critico Nino Frank che inventò la definizione nel 1946)  per descrivere i quelle pellicole thriller o poliziesche americane degli anni ’40 e ’50, sature di oscurità e pessimismo, come mai prima di allora.

Gli elementi comuni sono: Protagonista antieroe, Femme fatale, dialoghi concisi e serrati, illuminazione ad alto contrasto. Sono regole precise? No, non lo sono. Ma sono un buon modo per cominciare a capire di cosa stiamo parlando.

NEW NOIR?

Come un miraggio allettante, il film noir perseguita i cineasti moderni. È il genere della notte, della colpa, della violenza e della passione illecita, e nessun modello narrativo è più seducente. Ma i migliori noir sono stati realizzati negli anni ’40 e ’50, prima che i registi sapessero consapevolmente cosa stavano facendo (“Li chiamavamo film di serie B”, diceva Robert Mitchum). E prima che sapessero pure che cosa fosse un “film nero”. Uno dei pericoli del noir moderno è che spesso sembra poco più che una parodia del classico, ma quando è buono resta ancora intatto il suo potere di sedurre.

Brivido caldo (Body Heat, 1981) di Lawrence Kasdan è uno di questi, anzi è tra i migliori esempi di new noir, anche se ormai sono passati oltre 4 decenni dalla sua uscita e quindi a sua volta è diventato un classico. La storia allestita da Kasdan pur guardando con rispetto ai film del passato,  mostra una forza che trascende le sue fonti. Sfrutta lo stile personale delle sue star per insinuarsi sottopelle e direttamente negli occhi dello spettatore. La allora fulgida Kathleen Turner nel suo ruolo d’esordio interpretava una donna così sessualmente sicura di sé da farci credere che il suo amante (William Hurt) potesse essere talmente ammaliato da fare qualsiasi cosa pur di averla.

KATHLEEN TURNER, DONNA NOIR

Raramente alle donne nel cinema degli anni 80 è permesso di essere audaci e subdole, raramente sono le protagoniste delle loro storie. L’ingresso della Turner in Brivido caldo annuncia subito, invece, che è lei il centro nevralgico del film. È una notte calda e umida in Florida. William Hurt, che interpreta un avvocato presuntuoso ma pigro di nome Ned Racine, sta passeggiando su un molo dove c’è un concerto. È alle spalle del pubblico seduto. Possiamo vedere il corridoio centrale che conduce al palco dove suona la band. Tutto è scuro e dai colori infuocati. Improvvisamente si stacca dalla folla una donna vestita di bianco che cammina dritta verso di lui.

È Matty Walker. Vederla significa aver bisogno di lei. La Turner, al suo primo ruolo cinematografico, è intrigante, dal fisico statuario, con i capelli lunghi fino alle spalle, evoca aspetti di Barbara Stanwyck e Lauren Bacall. Irresistibile. William Hurt – da poco scomparso e quanto ci manca – aveva recitato in un solo film prima di Brivido Caldo (Stati di allucinazione di Ken Russell del 1980). Era ancora pressoché sconosciuto: un uomo alto, bello e indolente, con una certa pigra arroganza nel parlare, come se fosse compiaciuto dalla sua stessa intelligenza. Una coppia che si rivelerà perfetta.

Brivido caldo è un film su una donna che convince un uomo a commettere un omicidio per lei. È importante che l’uomo non sia un manichino; deve essere abbastanza intelligente da pensare al piano da solo. Uno dei tocchi geniali della sceneggiatura di Kasdan è il modo in cui fa credere a Ned Racine di essere lui a gestire la situazione, di essere lui la mente del progetto criminale.

CALDO, ANZI CALDISSIMO

Si diceva del “rosso” di Argento prima e di come lui lo abbia esaltato e glorificato nel suo thriller. Qui Kasdan fa lo stesso con la “temperatura”. Pochi film hanno fatto un lavoro migliore nell’evocare il clima rispetto a Brivido caldo. Sebbene l’aria condizionata non fosse sconosciuta nella Florida del Sud nel 1981, i personaggi qui sono costantemente avvolti da un’aria torrida; c’è una scena in cui Ned torna a casa, si toglie la camicia e si mette davanti al frigorifero aperto. Il film si apre con una locanda che brucia in lontananza. Ci sono altri incendi nel corso della storia. C’è l’uso espressionista del colore rosso e delle sue sfumature. C’è la sensazione che il calore accenda la passione e incoraggi la follia.

In quest’aria costantemente surriscaldata, Matty Walker appare fredda. Un personaggio consapevole del proprio potere, un predatore addestrato a colpire al momento giusto.

KASDAN, CHE ESORDIO!

Kasdan, nato nel 1949, ha lavorato in agenzie pubblicitarie prima di trasferirsi a Hollywood per scrivere sceneggiature. I lavori più personali languivano nei cassetti delle scrivanie, mentre le sue prime firme erano due dei più grandi blockbuster di tutti i tempi: L’impero colpisce ancora e I predatori dell’arca perduta. George Lucas fece da produttore esecutivo per questo debutto alla regia, per rassicurare la Warner Bros. che il film sarebbe arrivato in tempo e sarebbe stato distribuito. Così fu.

David Chute scrisse su “Film Comment” che si trattava “forse del film d’esordio più sbalorditivo di sempre“. La carriera successiva di Kasdan si è alternata tra film  e serie  scritti per altri (Il ritorno dello Jedi, The Bodyguard e il recente Solo: a Star Wars story) e film stravaganti e intelligenti diretti da lui stesso (Turista per caso, Ti amerò fino ad ammazzarti e il brillante Grand Canyon del 1991 premiato con l’orso d’oro a Berlino, ma ormai finito nell’oblio).

Lo script originale dimostra il talento assoluto di Kasdan come sceneggiatore:  un meccanismo perfetto impreziosito da personaggi secondari molto convincenti tra cui spicca quello di  Mickey Rourke, nel suo ruolo dell’amico di Ned, un piromane professionista. “Kasdan fa parlare i personaggi moderni come se avessero studiato i romanzi di Chandler”, ha scritto un grande critico dell’epoca.

La sera in cui fanno l’amore per la prima volta, Ned dice a Matty: “Forse non dovresti vestirti così”. Lei risponde: “Ho una camicetta, non vedo che altro dovrei portare.”

E lui: “Non dovresti portare quel corpo”.

Chandleresco? Si, certo

Funziona in questo film? Sì, di brutto.

Brivido caldo è un bellissimo noir? Si, assolutamente.

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24 Giugno 2023

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