Battiato: viaggio nel regno di Händel


La 42 edizione del Giffoni Experience si chiude con un grande poeta, Franco Battiato che con il cinema ha da sempre un rapporto fecondo avendo realizzato non solo alcune colonne sonore (per film quali Una vita scellerata di Giacomo Battiato, Il giorno di San Sebastiano di Pasquale Scimeca, Il pianto della statua di Elisabetta Sgarbi per citarne qualcuno) ma ha scritto e diretto due film, il semi-autobiografico Perduto amor e Musikanten, sulla vita del compositore Ludwig Van Beethoven.

E per il cinema sta preparando un nuovo film Händel-Viaggio nel regno del ritorno ispirato alla vita e alla figura del compositore tedesco naturalizzato inglese Georg Friedrich Händel.

 

“Ho scelto Händel non solo perché è stato il genio che tutti conosciamo – spiega Battiato – ma anche perché è stato un uomo libero, svincolato dal potere di allora. Per scrivere la sceneggiatura del film ho studiato per tre anni la musica di Händel, ho letto 94 libri che lo riguardavano, di cui alcuni di 1.500 pagine scritti in diverse lingue, perché voglio che la ricostruzione storica sia precisa, non lasciare buchi d’ignoranza. In questa mia ricerca ho avuto la fortuna di incontrare i nuovi biografi di Händel che hanno fatto fare brutta figura ai biografi italiani del secolo scorso, abituati a copiare da altri scritti che a loro volta erano pieni di errori, tramandando di generazione in generazione informazioni non corrette”.

 

Se la sceneggiatura è pronta, sulla produzione ci sono invece solo incertezze. “In verità non so se il film riuscirò a farlo. Mi è arrivata una proposta di produzione ma quando ho scoperto che volevano fare un nuovo Amadeus mi sono rifiutato. Il film lo farò solamente se troverò un produttore che vorrà rispettare in pieno la mia sceneggiatura, altrimenti niente. Troverò un altro modo per dire quello che voglio esprimere”.

Sul rapporto tra arte e politica e la crisi dei finanziamenti pubblici al cinema, Battiato esprime un’opinione molto secca “Provo indifferenza. Credo che la politica debba utilizzare i soldi per dare lavoro a chi non lo ha, non tanto per finanziare l’arte, il cinema. Non è così necessario in molti casi. L’artista deve imparare a trovare da sé la strada per finanziarsi”.

24 Luglio 2012

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