“Amabili resti” in sala con Uip il 5 febbraio


Violento e onirico ecco Amabili resti di Peter Jackson, cineasta neozelandese pluripremiato agli Oscar. Il film, che uscirà a dicembre negli Usa per concorrere agli Academy Awards, sarà nelle sale italiane il 5 con la Universal. Tratto dal romanzo omonimo di Alice Sebold (edizioni e/o), è ambientato nel 1973 in Pennsylvania in una famiglia qualsiasi della middle-class americana. Qui la dolce e sensibile quattordicenne Susie Salmon (Saoirse Ronan) non ha neppure il tempo di dare il suo primo bacio al ragazzo che finalmente si è accorto di lei, perché viene brutalmente uccisa da uno psicopatico serial-killer (Stanley Tucci) che ama costruire case di bambola nella sua anonima villetta. La storia potrebbe finire qui se la ragazzina accettasse davvero di morire. Ma lei si ritrova in una sorta di limbo post-mortem, a vegliare sulla sua famiglia che nel frattempo va a pezzi per il dolore: il padre (Mark Wahlberg) è ossessionato dall’idea di trovare il colpevole, la madre (Rachel Weisz) fugge di casa, la coraggiosa sorella va a caccia dell’assassino e la nonna alcolizzata e tabagista (Susan Sarandon) pensa solo a sé. Ma nel suo mondo parallelo c’è anche il carnefice che lei vuole vedere punito.

Racconta il regista, come riporta l’Ansa: “Mi interessava far vedere quello che succede dopo la morte. In realtà personalmente non ne ho la minima idea, anche se credo che l’energia che c’è in una persona non possa mai essere davvero distrutta. Ma quello che voglio è più che altro intrattenere il pubblico”.

Il film è girato in America, ma con interni e postproduzione in Nuova Zelanda. “Non è affatto un film americano, ma neozelandese – dice Jackson – Sono lontano dal mondo di Hollywood, non partecipo alle loro feste. Sono uno straniero, un po’ come accade credo anche per i cineasti italiani”.

Amabili resti, che ha le musiche di Brian Eno, “affronta un tema difficile, l’esistenza post mortem, ma non vuole essere grigio e deprimente. Per alcune scene c’è un’ispirazione hitchcockiana, anche se trovo il paragone piuttosto impegnativo”. Mentre la giovanissima attrice irlandese Ronan (già candidata all’Oscar come non protagonista per Espiazione) dice: “Susie matura e cambia continuamente nel corso di tutto il film, fino a diventare una giovane donna che deve accettare la cosa più difficile, quella di essere morta”.

redazione
26 Novembre 2009

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