L’attrice britannica Keira Knightley ha affidato alle pagine del Telegraph una provocazione che ha suscitato l’interesse di molti: mettere sotto copyright il volto per tutelarsi dalla possibilità che la propria immagina venga utilizzata illegittimamente con l’Intelligenza Artificiale. La tematica accende il dibattito a Hollywood, dove attori e sceneggiatori sono impegnati in uno sciopero contro i produttori che pretende anche parole chiare sull’utilizzo delle nuove tecnologie.
In Italia, gli attori e gli autori sono tutelati dalla legislazione italiana, che protegge l’immagine della persona dall’utilizzo senza consenso. L’immagine in sé è protetta dal Codice Civile e dalla normativa privacy, anche nei casi questa venga modificata. Keira Knightley potrebbe avviare delle contestazioni relative all’utilizzo della propria immagine, ma resta ancora da capire contro chi potrebbe avviare tali azioni legali.
Secondo Justine Bateman, attrice, sceneggiatrice e produttrice statunitense, “non ci vorrà molto prima che l’immagine di un attore, digitalizzata dall’AI, venga usata per un film prodotto su misura per un certo spettatore disposto a pagarlo. Se non costruiamo regole robuste adesso, fra tre anni non sapranno neanche se ci mettiamo in sciopero, perché noi non serviremo più”.
Sempre negli USA, Bruce Willis, attore affetto da demenza e non più in grado di recitare, è diventato simbolo della battaglia del sindacato SAG-AFTRA quando è apparso in una pubblicità nella quale aveva una bomba legata al corpo e urlava su uno yacht. “Di chi è Bruce Willis” è ora lo slogan che guida la lotta per una veloce regolarizzazione delle AI.
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