Addio a Pasquale Squitieri

Il regista napoletano si è spento stamattina. Saranno celebrati lunedì alle 15 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma i funerali


Si è spento a Roma, nell’Ospedale Villa San Pietro, il regista Pasquale Squitieri, nato a Napoli il 27 novembre del 1938. La notizia è stata diffusa questa mattina dai familiari. Dalla mafia alla droga, dal terrorismo alle cosidette ‘morti bianche’ fino all’immigrazione. Sono questi i temi che uno dei grandi artigiani del cinema italiano ha da sempre affrontato nel suo cinema, non senza una iniziale incursione nel genere spaghetti western. Ma la fama di Squitieri, che è stato anche uomo politico eletto al Senato nel 1994 nelle liste di Alleanza Nazionale, è dovuta soprattutto ai suoi film storico-politici, l’ultimo dei quali, ‘Li chiamarono… briganti!’ del ’99 sul brigantaggio postunitario, ha suscitato molte polemiche. Era stato legato a Claudia Cardinale, che aveva anche recitato in molte sue pellicole. Dal 2003 aveva avviato un rapporto sentimentale con l’attrice Ottavia Fusco, che aveva sposato nel 2013. Negli anni ’60 Squitieri è un bancario: con la sua laurea in Giurisprudenza ha un posto al Banco di Napoli. Ma la passione per il cinema ha la meglio e l’esordio sul grande schermo arriva nel ’69 come regista e sceneggiatore con ‘Io e Dio’, prodotto da Vittorio De Sica. Dopo un’incursione nel genere spaghetti western con lo pseudonimo William Redford e due pellicole (Django sfida Sartana del 1970 e La vendetta è un piatto che si serve freddo del 1971), l’attenzione di Squitieri si concentra su tematiche sociali e d’attualità, firmando col suo vero nome pellicole come L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977), con Giuliano Gemma nei panni del temibile prefetto Cesare Primo Mori, e ‘Corleone’, tutti e tre sulla mafia, accanto a film come ‘Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene’ del 1974, sul tema della droga.      

A queste pellicole Squitieri alterna quelle a sfondo storico-politico,come ‘I guappi’ del ’73, Claretta dell”84 con la Cardinale nei panni di Claretta Petacci, e Li chiamarono… briganti! del ’99. Unaproduzione che affianca l’attività politica di Squitieri, iniziata con Lotta Continua, dove nel 1971 pubblica un’autodenuncia in cui esprimeva la propria solidarietà nei confronti di alcuni militanti e direttori del quotidiano inquisiti per istigazione a delinquere.       Poi, nel corso degli anni, lo spostamento a destra con la candidatura di Squitieri nel ’94 nelle liste di Allenaza Nazionale e la sua elezione in Senato, dove fa parte di diverse commissioni tra le quali la Vigilanza Rai. Nel ’96 la ricandidatura a Palazzo Madama con il Polo per le Libertà nel collegio di Nola, dove però è sconfitto dall’avversario dell’Ulivo, Aldo Masullo.     

Saranno celebrati lunedì alle 15 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma i funerali. La camera ardente invece sarà allestita domani dalle 11 alle 18 presso l’Ospedale Villa San Pietro. Lo comunica all’Adnkronos la figlia del cineasta, Paola. “Ci sentiamo dei figli privilegiati ad avere avuto un padre come Pasquale Squitieri”, ha detto.      

“Pasquale per me era un fratello, se ho fatto cinema lo devo solo a lui”. Così l’attore Leopoldo Mastelloni, commosso, ricorda con l’Adnkronos. “Pasquale Squitieri, nato nel teatro e cresciuto nel cinema, ha attraversato autorevolmente con la sua opera quasi mezzo secolo di cinematografia italiana. Oggi la cultura italiana perde uno dei suoi autori più importanti”, ha detto il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini.   “La città ricorda con commozione il grande regista Pasquale Squitieri e partecipa al dolore della famigliaper la scomparsa di un uomo di profonda cultura. Al fratello Nicola, alla signora Ottavia e alla figlia Claudia vanno le condoglianze dell’Amministrazione comunale”, afferma in una nota il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

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