Achille Bonito Oliva


Noto critico d’arte nato nel salernitano, Achille Bonito Oliva ha aderito inizialmente al
celeberrimo Gruppo 63, pubblicando due raccolte di poesie legate a quell’avventura intellettuale. In seguito, si è dedicato con continuità alla critica d’arte, rivoluzionando stile e funzione del critico, che
per Bonito Oliva non è più, e non deve essere, “semplice mediatore” fra l’artista e il pubblico, ma deve in realtà agire come un “cacciatore”,
un elaboratore di idee che si affianca all’artista con funzione creativa, senza con questo identificarsi in un unico movimento artistico. Fra le sue iniziative più note e al quale il suo nome è indissolubilmente legato, vi è la promozione e la guida del gruppo artistico denominato dallo stesso Bonito Oliva Transavanguardia. Sono protagonisti di questa tendenza, Enzo Cucchi, Sandro Chia, Francesco Clemente, Mimmo Paladino e Francesco De Maria. A partire dagli anni ’80, Bonito Oliva ha organizzato diverse mostre e dal prossimo 29 maggio ne curerà un’altra a Shanghai, dal titolo Italy made in art now. Sempre in Cina verrà tradotto in questi giorni il suo libro, “L’ideologia del traditore”. Attualmente Bonito Oliva vive a Roma, dove insegna Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università La Sapienza.

Achille Bonito Oliva, quale film consiglia assolutamente di
non perdere?

A parte i classici imperdibili di Rossellini, Truffaut e
Hitchcock, di recente mi è molto piaciuto il film di Tim Burton La sposa cadavere.

Perché?
Burton in questo film fa un uso interessante del fumetto in un cinema che non esita a unire linguaggio complesso e
spettacolo con una bella eccentricità del plot. Elementi che mancano del tutto al cinema italiano.

Che genere di film preferisce?
Nessuno in particolare. Mi piace il cinema critico che mette in luce il genere inter-indisciplinato.

Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Sono fermo a La vita è bella di Roberto Benigni.

Due buoni motivi per vederlo?
Benigni usa in quel film un linguaggio cinematografico contagioso e trasgressivo, nel senso che narra il dramma dell’Olocausto attraverso l’amore di un padre verso il figlio. E’ una capsula affabulatoria ricca di poesia.

Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Il blockbuster americano perché, al contrario del cinema italiano, è disinibito e scorrevole.

Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
The Aviator di Martin Scorsese. DiCaprio non è adatto ad interpretare Hughes. L’attore non fa trapelare la nevrosi di Howard Hughes, ma solo il suo sogno di gloria per il volo. La spettacolarità va e viene, è un abbaglio cinematografico.

Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Nessuno.

Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Giovanna Mezzogiorno, Valentina Cervi e il collo di Laura Morante.

E l’attore italiano che rimpiange di più?
Marcello Mastroianni.

Quale film rivede sempre volentieri?
Otello di Orson Welles.

A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Jane Campion.

Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Resta Via col vento, un capolavoro colletivo di regia anche se firmato solo da Victor Fleming.

Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
Il fantasy mi ha davvero stancato.

Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Brokeback Mountain di Ang Lee e poi Million Dollar Baby di Clint Eastwood, un attore che mi ha positivamente sorpreso, per la sua capacità di fare regia con pazienza, abilità e professionalità.

 

Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
Un libertino del Settecento o il Don Giovanni.

19 Marzo 2006

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