16 aprile 2024, la rassegna stampa

La scomparsa di Adriano Aprà; le interviste a Lante della Rovere e Nicchiarelli; il fenomeno 'Civil War'; l'avanzata delle telenovele turche; e l'appello per salvare la biblioteca de 'L'Amica Geniale'


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.   

LA SCOMPARSA DI ADRIANO APRA’

E’ stato critico, docente e direttore di festival e ieri, 15 aprile, è mancato alla comunità del cinema: più di una testata gli dedica un ricordo, così il “Corriere della Sera”. Adriano “Aprà è nato a Roma il 18 novembre 1940. Ha diretto la Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro dal 1990 al 1998 e la Cineteca Nazionale, dal 1998 al 2002. Pedro Armocida, presidente dell’ associazione dei festival italiani – e attuale direttore a Pesaro (nrd) – lo ricorda come ‘un grande intellettuale, una persona curiosa, un maestro’. Nella sua carriera ha diretto il documentario Rossettini visto da Rossettini (1992) ed è stato interprete in film diretti da registi come Bernardo Bertolucci e Marco Ferreri”.

LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE, TRA ENNIO DORIS E L’ESSERE NONNA

Per il film dedicato a Ennio Doris, Fulvia Caprara per “La Stampa” intervista Lucrezia Lante della Rovere, che interpreta la moglie. L’attrice ha 57 anni, due figlie avute a vent’anni e cinque nipoti: “No al bisturi, sono una nonna. Non mi lascerò mostrificare“, titola l’articolo, supportato – all’interno del pezzo – da un “sono abituata a dire le cose come stanno, è il mio carattere … Lante della Rovere ha scelto la chiarezza come arma di difesa. La usa parlando di tutto”, tra cui la prima volta sul set per Speriamo che sia femmina: “Monicelli aveva già allora una visione esatta su quello che i maschi sarebbero diventati e su quanto le donne stessero prendendo coscienza della loro forza. Da quel film gli uomini uscivano a pezzi, Monicelli aveva capito tutto, un genio”. Gli ultimi impegni invece sono Ennio Doris e Flaminia e quindi “Come sceglie i suoi ruoli?”, le domanda la giornalista, e lei risponde: “Con la pancia. Scelgo le cose che mi fanno vibrare, poi certe volte scelgo perché devo far quadrare i conti. Mi piacerebbe fare più commedie”.

SUSANNA NICCHIARELLI  FOLGORATA DA SOFIA COPPOLA

Elettra Bernacchini per “QN” intervista Susanna Nicchiarelli, in occasione del Premio Ludovico Alessandrini per il Cinema di Poesia di Recanati, alla sua XII edizione. “Nicchiarelli ha alle spalle una carriera ormai ventennale” e sollecitata a riflettere sui suoi soggetti femminili, spiega: “parto dall’innamoramento per un personaggio nel quale cerco me stessa. In queste tre donne vedevo sia punti di contatto sia zone d’ombra molto lontane da me. Per Nico ed Eleanor Marx, ad esempio, l’auto-distruttività: la prima è un’eroinomane, cosa che a me spaventa molto, la seconda alla fine si suicida, io al contrario sono attaccatissima alla vita. D’altra parte, Eleanor è appassionata di filosofia e io ho studiato filosofia, con Nico ho in comune l’amore per la musica e il rapporto con l’arte. Chiara invece aveva la fede in Dio che a me sfugge completamente, la santità e niente è più lontano da me, ma al tempo stesso l’avere un progetto, la volontà di costruire una comunità, essere dalla parte degli ultimi, affermarsi in un mondo di uomini come quello della Chiesa: tutto questo lo condivido … Sofia Coppola mi ha influenzata profondamente e mi ha dato speranza. Maria Antonietta (2006) mi ha folgorato”. Il prossimo autunno su Raiuno la sua serie Fuochi d’artificio, ambientata durante la Resistenza.

L’EFFETTO CIVIL WAR

Non passa inosservato tra le testate “L’effetto Civil War”, così lo definisce Ilaria Ravarino su “Il Messaggero”: “sbanca il botteghino …  è un manifesto contro Donald Trump. Di più: è un film ‘predittivo’, con cui i democratici americani stanno plagiando le menti del pubblico per prepararlo a una dittatura prossima ventura. Oppure no, Civil War è un film di destra. Così repubblicano che nei titoli di coda, tra i ringraziamenti, si cita Helen Lewis, la giornalista nota per le sue posizioni omofobe, e in una sequenza compare il controverso blogger conservatore Andy Ngo. Tutto vero, tutto ferocemente dibattuto da settimane sui social. Quel che è certo è che, ovunque lo si voglia collocare nell’orizzonte politico statunitense, Civil War di Alex Garland, nei nostri cinema dal 18, è un film che incassa: 25,7 milioni all’apertura negli Stati Uniti per una pellicola costata 50 milioni di dollari, diventata il maggior risultato al box office dello studio indipendente A24”.

“DIZI MANIA”, L’AVANZATA DELLE TELENOVELE TURCHE

E’ Francesca D’Angelo su “La Stampa” a riprendere il fenomeno, quello dell’onda del successo delle telenovole di produzione turca, che imperano sul piccolo schermo: “Dilaga la ‘dizi mania’: quella che ha dato i natali catodici a Can Yaman e che da quel momento ha visto le serie tv turche spopolare nel palinsesto. Parliamo di un universo soap di terre amare, signori che si fanno chiamare Mr Wrong o dolci Cherry Seasons: tutte storie di amori impossibili, che vanno sotto il cappello delle dizi, acronimo che sta per ‘televizyon dizileri’. Un genere che ha reso i turchi i secondi esportatori al mondo di contenuti tv, dietro solo agli USA. Il bacino d’utenza mondiale delle dizi è stimato in oltre 500 milioni di spettatori tra Europa, Medio Oriente, America Latina, Nord Africa e Asia. Il filone è poi gettonatissimo sulle nostre reti”, infatti “pare che sia più conveniente comprare una dizi che non produrre una fiction in patria”.

SALVATE LA BIBLIOTECA  DE L’AMICA GENIALE

Salvate la biblioteca de L’amica geniale: petizione online per evitare la chiusura della libreria del quartiere raccontato da Elena Ferrante. “Non cancellate la storia del rione” si legge su “Avvenire”, nell’articolo di Antonio Araimo. “…tra i tanti ragazzi che hanno potuto leggere le migliaia di libri che la biblioteca popolare ‘Giulio Andreoli’ ha ospitato nel suo mezzo secolo di vita potrebbe esserci anche l’anonima scrittrice che si nasconde dietro lo pseudonimo Elena Ferrante. Tra un anno esatto, però, di quella biblioteca potrebbe non esserci più traccia in quell’agglomerato di case popolari della periferia orientale di Napoli reso noto dai romanzi della Ferrante e dalla serie tv a essi collegati. Un recente piano di razionalizzazione della spesa approntato dal Comune di Napoli prevede infatti la dismissione della struttura che ospita da oltre mezzo secolo la biblioteca coni suoi 15mila volumi … Il Comune ha già comunicato alla Regione che dal 2025 non verserà più il fitto annuale … Il comitato Luzzatti-Ascarelli ha fatto partire una petizione sulla piattaforma Change.org, che in una settimana ha già raccolto migliaia di adesioni, con la quale si chiede che la biblioteca non sia chiusa né trasferita altrove (come pure si è ipotizzato) e che in alternativa la Regione ceda al Comune la struttura che la ospita in comodato d’uso gratuito”.

redazione
16 Aprile 2024

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