100autori a Franceschini sulla copia privata

Il prossimo 20 febbraio il ministro Franceschini ha convocato le associazioni più rappresentative dei produttori di device e supporti, dei titolari dei diritti e dei consumatori


Il prossimo 20 febbraio il ministro Franceschini ha convocato le associazioni più rappresentative dei produttori di device e supporti, dei titolari dei diritti e dei consumatori in merito allo schema relativo all’aggiornamento dell’equo compenso per la Copia privata. Tra le associazioni che verranno ascoltate ci saranno la Siae, l’AgCom, Audiocoop, Videorights, Nuovo IMAIE, Anica, Confindustria Cultura Italia, CGIL-SLC, FIMI – Federazione industria musicale italiana, Codacons, Federconsumatori e Altroconsumo.

Al centro dell’incontro c’è la discussione dello schema di decreto che la Direzione Generale Diritto d’autore e Biblioteche, supportata dal Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore, ha elaborato. L’adeguamento – nell’era dello streaming e dello SVOD e sopratutto dell’uso massiccio di smartphone per fruire di cinema e serie – diventa una misura necessaria per compensare gli autori e i produttori nel rispetto della massima diffusione possibile dei contenuti e delle opere creative. In altre parole, chi sfrutta contenuti audiovisivi deve remunerare gli autori.

La quantità di denaro che rischia di essere sottratta oggi agli autori risulta ancora più inaccettabile in una fase come questa, in cui sono stati cancellati i contributi agli autori dalla legge Cinema, l’equo compenso per la visione in streaming è irragionevolmente basso e la discussione sulla Direttiva Copyright vede praticamente esclusi gli autori, cioè proprio la componente creativa in difesa della quale la stessa Direttiva è stata pensata.

Purtroppo, poi, si continua a fare confusione, ad equiparare ad una tassa quel prelievo sui “device” che propongono contenuti audiovisivi e su questi realizzano lauti guadagni. 

La “copia privata” compensa gli autori, in piccola parte, per tutte le duplicazioni per uso personale che del loro lavoro vengono fatte. E parliamo di cifre irrisorie se confrontate con il prezzo dei device che consentono tale duplicazione. Si tratta del rispetto di norme europee, non di assurde richieste degli autori italiani. 

100autori invita il ministro Franceschini ad aggiornare le tariffe di copia privata, a essere coraggioso e sposare fino in fondo la giusta rivendicazione di autori di cinema, audiovisivo, musica, e insieme di avviare un profondo ripensamento del reperimento delle risorse necessarie per produrre cinema e audiovisivo di qualità. 

Chi sfrutta il cinema e l’audiovisivo deve contribuire a finanziarli. Dispiace, allo stesso modo, denunciare l’assenza degli autori nel Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d’Autore. Dispiace, anzi è paradossale, che gli autori non siano considerati parte dell’industria creativa e per questo esclusi dai dibattiti e dai tavoli in cui si decide il valore dei diritti degli autori e della Direttiva Copyright. Dispiace che le associazioni degli autori non siano protagoniste nelle negoziazioni con le piattaforme, che sulle opere dei loro iscritti fanno ingenti guadagni.

100autori auspica “adesso una riforma del Diritto d’autore, e in particolare dell’art. 46, specialmente in vista dell’applicazione della Direttiva Copyright. Gli autori sono il cuore, il cervello e la linfa vitale dell’industria audiovisiva. La politica, l’industria e le piattaforme non possono continuare a prendere accordi che li riguardano senza consultarli. Adesso basta”.

18 Febbraio 2020

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