La ‘legge dei 100 anni’ cambierà grazie a un film?

Dal film 'Il più bel secolo della mia vita' è nata la proposta della senatrice di M5S Elisa Pirro per abolire la legge che impedisce di fatto ai figli adottivi di conoscere i genitori biologici

La legge del secolo in Senato

Le storie raccontate dal cinema, a volte, si avverano. Può accadere che la forza della suggestione cinematografica ribalti il rapporto tra finzione e realtà. E che non sia più il cinema a inseguire la realtà ma la realtà a prendere spunto dal cinema. E’ il caso de Il più bel secolo della mia vita, opera prima di Alessandro Bardani, uscita nelle sale italiane lo scorso settembre e premiata al Giffoni Film Festival. In Senato si è tenuta una conferenza stampa per presentare la proposta di legge scritta per superare il problema di cui il film parla.

La storia raccontata da Bardani è quella di Giovanni (Valerio Lundini), un volontario della FAeGN, l’Associazione Nazionale Figli Adottivi e Genitori Naturali, che vorrebbe conoscere la vera identità dei propri genitori biologici ma non può. Una legge – realmente esistente – stabilisce che non potrà saperlo prima di aver compiuto 100 anni. In una casa di riposo, Giovanni rintraccia Gustavo (Sergio Castellitto), un centenario non riconosciuto alla nascita, e lo convince ad accompagnarlo a Roma. Qui intende farlo incontrare con il ministro dell’Interno per spingerlo a cambiare la “Legge dei 100 anni”. Ne nasce un divertente road movie, sempre a cavallo tra malinconia e ironico disincanto. Ma dal film è anche nata, appunto, la proposta della senatrice di M5S Elisa Pirro per abolire la “Legge dei 100 anni”.

La conferenza stampa al Senato è servita non solo a far sentire la voce dei figli in cerca dei genitori biologici ma anche a rileggere il film alla luce della sua capacità di incidere sulla realtà. “Tante persone – ha raccontato il regista Alessandro Bardani – pensavano che questa legge fosse un’invenzione degli sceneggiatori. ‘Bella idea, interessante come scatola per raccontare i due personaggi’, mi dicevano”. Ma la legge esiste davvero e, aggiunge Bardani, “genera una ferita che lacera dentro negli anni. Il film racconta la storia di due personaggi, Giovanni e Gustavo, che rispondono in maniera diametralmente opposta a questa ferita”.

A proposito di questa ferita, Valerio Lundini ha spiegato che “non essendo un n.n. ma nato da una famiglia che non mi ha ancora abbandonato, avevo bisogno di empatizzare con il mio personaggio. E quindi capire perché fosse arrabbiato sia con la famiglia adottiva che con quella che l’aveva abbandonato”. La risposta è arrivata da un confronto con persone che hanno vissuto questa esperienza. Nell’interpretare Gustavo, Sergio Castellitto dice invece di trovato un aiuto nel proprio aspetto da centenario: “Non smetterò mai di ringraziare Michele Ansa, che ha truccato la mia faccia per 5 ore al giorno. Quel trucco ha avuto un senso anche psicologico”.

“La situazione di oggi al Senato – ha fatto notare Lundini – è come il deja vú della scena del film in cui Gustavo viene portato davanti al ministro dell’Interno. Quello che doveva essere solo un bel finale si sta realizzando nella realtà”.

Martino Scacciati
14 Marzo 2024

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