Le infinite vite del gatto Orangey

In vista dell'uscita del film Vita da gatto, ripercorriamo la storia di uno dei gatti più celebri della storia del cinema, quello del cult Colazione da Tiffany del 1961


I gatti, autentici dominatori dei social con la loro bellezza acchiappa-like da sempre sono anche un punto fermo del cinema, a partire dal cortometraggio muto del 1901 The Sick Kitten. A volte sono carini, a volte sono inquietanti, ma un film è quasi sempre più interessante con un elemento felino, nonostante la loro sregolatezza, indipendenza e, beh, la loro imperscrutabilità.

Questo fa sì che sia ancora più impressionante quando vediamo gatti sullo schermo – veri, non in CGI o animatronici – che recitano in modo convincente. Certo, spesso ci vuole una moltitudine di attori felini per fare un solo gatto cinematografico veramente all’altezza, ma è comunque una gioia per gli occhi quando tutto ciò si realizza.

Se andiamo con la mente ai grandi personaggi gatteschi della storia del cinema non possiamo non citare: Jonesy in Alien (1979), Church in Pet semetary (2019), Mr Norris e Grattastinchi della saga di Harry Potter e Jiji di Kiki, consegne a domicilio (1989).

Che vita da gatto!

In questi giorni arriva sui nostri schermi un film che già dal titolo parla chiaro: Vita da Gatto  diretto da Guillaume Maidatchevsky. Una favola moderna che prende ispirazione dal romanzo Rroû del 1931 scritto dal francese Maurice Genevoix.

La storia ha per protagonisti la decenne Clémence (Capucine Sainson-Fabresse) e Rroû, un gattino che ama gironzolare per i tetti di Parigi. Un giorno la bambina trova il cucciolo nella soffitta di casa sua e decide di adottarlo. Quando la famiglia parte per le vacanze in un villaggio di montagna, Rroû si trova per la prima volta a contatto con la natura. Per un gatto di città, abituato ai tetti e allo smog, non è facile confrontarsi con la foresta selvaggia.

Il regista francese Guillaume Maidacthevsky torna su tematiche riguardanti la natura e l’ecologia dopo il bellissimo viaggio artico di Ailo – Un’avventura tra i ghiacci (2018) e Kina e Yuk alla scoperta del mondo (2023).

Non abbiamo citato ancora, però, il protagonista di questo articolo e forse il più importante attore felino della storia del cinema, interprete di uno dei gatti più famosi del grande schermo che, per paradosso, non ha un nome proprio nel film che gli ha dato la fama.

Orangey minerva, per gli amici “Orangey”

Stiamo parlando di Gatto nel cult Colazione da Tiffany del 1961, diretto da Blake Edwards e interpretato dall’iconica Audrey Hepburn.

Il “Povero fannullone senza nome” come è definito a un certo punto non appartiene a nessuno e nessuno gli appartiene. Il gatto senza nome di Holly Golightly è il felino cinematografico per eccellenza, un soffice tesoro arancione che, come la maggior parte dei gatti, osserva tutto ciò che lo circonda con una sorta di passiva disapprovazione.

Ad interpretarlo fu chiamato il mitico Orangey Minerva, in arte Orangey,  autentica star del cinema .

Orangey era un gatto soriano maschio color “marmellata” di proprietà di Frank Inn, un allevatore di animali per i film,  nato nel 1950 e vissuto fino alla veneranda età di 16 anni e mezzo.

Colazione per un gatto milionario

Sebbene sia probabilmente più famoso per la sua apparizione in Colazione da Tiffany , quel ruolo arrivò solo nel 1961, quando aveva già compiuto undici anni. Prima di allora, aveva raggiunto la notorietà, ancora praticamente cucciolo, in Il gatto milionario diretto nel 1951 da Arthur Lubin.

La storia racconta di un eccentrico uomo d’affari, proprietario della squadra di baseball del Brooklyn, che lascia in eredità tutto il suo patrimonio a Rabarbaro, un gatto randagio da lui adottato, la cui tutela spetta al giovane amico Eric Yeager. I giocatori della squadra, che vorrebbero sottrarsi al ridicolo di avere un animaletto domestico come proprietario della società, vengono convinti da Eric che il gatto è in realtà un prezioso portafortuna, e incoraggiati da questo iniziano a vincere una partita dopo l’altra.

Oltre a queste due produzioni, Orangey ha recitato anche in due sci-fi horror Cittadino dello spazio (1955) e Radiazioni BX: distruzione uomo (1957) dove compare anche nella locandina ufficiale.

Tutti “Patsy” per Orangey

Due anni dopo è accanto a Millie Perkins nel pluripremiato agli Oscar Il diario di Anna Frank di George Stevens che ottenne anche le statuette come miglior film e miglior regia nel 1960.

Dopo questo successo arriva il già citato Colazione da Tiffany e altre tante pellicole in cui ha recitato fino a un anno prima di morire.

Il suo ruolo più lungo, però, è stato in una serie TV intitolata Our Miss Brooks , in cui Orangey ha interpretato Minerva dal 1952 al 1958. Quattro stagioni per una sit com che ebbe molto successo in Inghilterra ma che non è arrivata mai da noi.

Orangey, oltre a un carriera costellata di decine di ruoli, detiene un primato ancora imbattuto: è l’unico felino ad aver vinto due volte un PATSY Award.

l PATSY Awards è un premio istituito dall’ufficio hollywoodiano dell’American Humane Association, la stessa agenzia che aggiunge le dichiarazioni di non responsabilità: “Nessun animale è stato maltrattato durante le riprese di questo film” che compare nei titoli di coda.

Nel 1939 che decise di onorare gli artisti animali dopo che un cavallo rimase ucciso in un incidente sul set durante le riprese del film Jesse James di Tyrone Power . Le lettere sono un acronimo e stanno per Picture Animal Top Star of the Year .

In effetti, il conduttore di Orangey – Frank Inn – era un vero allenatore, poiché anche la sua lista di animali performer è piuttosto straordinaria. Grazie al suo lavoro con il gatto Orangey e altri animali domestici (compresi cani famosi come Lassie), Frank Inn ha vinto oltre quaranta premi PATSY nella sua carriera.

Manlio Castagna
14 Aprile 2024

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