Voce del fascismo prima, dell’Italia democratica poi

Come è possibile che l’annunciatore perfetto del verbo mussoliniano sia diventato la voce convinta e autorevole dell’Italia repubblicana? E’ il mistero che indaga il doc L’ultima voce. Guido Notari


TAORMINA. La sua voce è il terzo personaggio, come racconta il regista Ettore Scola, del suo film Una giornata particolare. La voce di Guido Notari, che commenta alla radio la visita di Hitler a Roma nel 1938, accompagna per tutto il film l’incontro tra Antonietta/Sophia Loren, casalinga e madre di famiglia, e Gabriele/Marcello Mastroianni, un ex annunciatore dell’Eiar, licenziato dalla radio di stato fascista perché omosessuale. Nel dialogo tra i due, Notari viene anche citato in quanto ex collega di Gabriele. E la voce di Notari, sonoro inconfondibile del ventennio fascista, torna anche in Concorrenza sleale sempre di Scola.

Nella costruzione del consenso al regime di Mussolini la voce di Notari, sempre in equilibrio, impersonale e tuttavia riconoscibile nel timbro, adattabile alle circostanze, è il marchio dell’ufficialità e dell’autorità. Le sue parole scandite alla radio, nei documentari e cinegiornali Luce, nelle settimane Incom, parlano a milioni di italiani di adunate e trionfi, di costume e sport.
E’ la voce del fascismo. Ma, sarà anche la voce dell’Italia liberata, che commenta gli sforzi della ricostruzione, il cammino democratico del Paese, i cambiamenti di costume. Come è possibile che l’annunciatore perfetto del verbo mussoliniano sia ora diventato, senza nessuna protesta o denuncia, la voce convinta e autorevole dell’Italia repubblicana?

E’ il mistero che indaga il documentario L’ultima voce. Guido Notari, da un’idea di Angelo Musciagna, realizzato da Enrico Menduni, docente di cinema e televisione a Roma Tre, e presentato al Tao Fest nella sezione ‘Punto Luce – L’Italia raccontata dall’Archivio Luce’.
“Un personaggio scomparso dalle cronache, su cui nessuno degli interrogati sapeva dare notizie precise: poche note a piè di pagina in qualche libro, e nulla più”, dice Menduni. Così il documentario si pone come un’appassionante ricerca, svolta in parte all’Università, dove l’avvento del sonoro è tema di studio, con il contributo di Guido Zanchini, giornalista radiofonico.
Ricerca che approda a Milano dove Menduni incontra il nipote Giancarlo Notari. Una valigia piena di fotografie, private e di scena, articoli di stampa e lettere. Da qui si dipana la storia che il documentario ripercorre dal 1931 al 1957.

Tutto comincia al grande magazzino la Rinascente di Milano dove Notari, da tre anni responsabile della pubblicità, conosce un dirigente dell’Eiar che gli suggerisce di partecipare a un concorso per annunciatori. Lo vince nel 1931 e prende servizio nella sede di Milano del Giornale Radio.
Qualche anno Notari dopo si trasferisce a Roma, dove la direzione del Giornale Radio, in coincidenza con il conflitto in Etiopia, viene accentrata nel 1935. Il regime necessita di un’informazione radiofonica dai caratteri ‘virili’ e dunque la carriera di Notari è tutta in discesa. Nel 1937 l’Istituto Luce lo prende in prestito come voce narrante del suoi documentari e un anno dopo anche la Incom lo utilizza per i suoi filmati.
Sempre nel 1938 Notari comincia a lavorare nel doppiaggio e nel ’39 inizia la carriera di attore in ruoli minori: 55 film, di cui 35 fra il ’39 e il ’44, 20 nel dopoguerra. Nel ’40 è anche la principale voce dei cinegiornali Luce.

La ‘svolta’ nel suo percorso professionale arriva nel 1942 – anno in cui nasce la Democrazia Cristiana – quando si avvicina agli ambienti vaticani: il regista Romolo Marcellini, con cui aveva già lavorato, lo sceglie come voce narrante di Pastor Angelicus, una biografia ufficiale di Pio XII.
Nel frattempo gli eventi precipitano: il regime fascista sta perdendo la guerra, Mussolini è in crisi. E il 25 luglio 1943 è la voce di Giovanni Battista Artistaad annunciare nei vari notiziari radiofonici la caduta del regime. La voce di Notari scompare, poco prima di quella data, dai Cinegiornali Luce; non aderisce alla Repubblica di Salò e rimane a Roma.

Nel dopoguerra Notari è il lettore principale del Cinegiornale “La settimana Incom” e riprende la collaborazione con la Rai, partecipando a vari radiodrammi e trasmissioni tra cui “Radio Club”, nella quale presenta Frank Sinatra a Roma (1953). E’ anche conduttore in tv del varietà quindicinale “Oggi è ancora domenica” (1954). Contemporaneamente prosegue l’attività cinematografica sia come doppiatore e direttore del doppiaggio, sia come attore in 20 film.
Notari muore improvvisamente a Roma nel gennaio 1957, a 63 anni. La sua scomparsa coincide con il declino della Incom, e il successo del programma “Lascia o raddoppia?” e di “Carosello”.
La voce unica di Guido Notari è dunque travolta dall’avvento della televisione e della pubblicità. Appunto l’ultima voce.

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