Vergine giurata, per la critica italiana un esordio notevole

Accoglienza favorevole per l'esordio di Laura Bispuri giudicato "forte, originale, rigoroso" e per la protagonista Alba Rohrwacher "assolutamente credibile nella sua trasformazione da donna in uomo"


Accoglienza favorevole viene riservata dalla stampa nazionale e internazionale all’esordio di Laura BispuriVergine giurata, unico film italiano in Concorso alla Berlinale, e alla sua protagonista Alba Rohrwacher.
“Una bella riflessione sulla libertà femminile e sulle gabbie in cui si rischia di restare intrappolati per ottenerla ce la offre Laura Bispuri – scrive il ‘Corriere della Sera’ – Un lavoro di messa in scena che trova íl suo punto di forza nella stupefacente interpretazione di Alba Rohrwacher, assolutamente credibile nella sua trasformazione da donna in uomo. Non è solo questione di abiti, di pettinatura, di portamento: il nuovo ‘sesso’ le si legge in volto, negli occhi, nella parlata, come se avesse davvero cambiato la sua anima in profondità… Il rischio, che a volte si evidenzia sullo schermo, è però che l’impianto ideologico soffochi in qualche parte la carica emotiva di una tale storia. Il che, comunque – conclude il quotidiano – non inficia un esordio davvero notevole”.

Per ‘La Stampa’ “il film, basato sul romanzo di Elvira Dones (Feltrinelli, 2007), è rigoroso e originale, un viaggio in un corpo congelato che alla fine si scongela”.
“Non sono molti i registi che scelgono un soggetto così difficile per esordire. Onore a Laura Bispuri dunque, che con Vergine giurata, in concorso a Berlino, firma il suo primo vero film dopo due corti molto premiati – scrive ‘Il Messaggero’ – il film della Bispuri è forte, originale, rigoroso. La Berlinale era la cornice ideale per il suo debutto”.

Per ‘Avvenire’ “l’opera prima Vergine giurata, unico film italiano in concorso a Berlino, applauditissimo dal pubblico e dalla stampa internazionale, torna sui temi che la regista aveva già esplorato nei suoi cortometraggi… Nei panni della protagonista c’è una straordinaria Alba Rohrwacher, capace di incarnare una ‘creatura a metà, che ha perso la propria identità, ma non ne ha trovata una nuova’… Ruvidamente poetico, essenziale, assai coraggioso nel confrontarsi con una cultura così distante, il film sconta forse un eccessivo rigore, lasciando poco spazio all’emozione soprattutto quando affronta il doloroso passaggio di identità. Ma ha il grande merito di introdurci in un universo poco esplorato dal cinema e di farlo con grande rispetto e senso di responsabilità verso personaggi destinati a rimanere enigmatici”.

Per ‘Il Tempo’ il film “è davvero straordinario e ricco di suggestioni: si fa fatica a riconoscere una figura esile e aggraziata nel corpo di questa ragazza che ancora non sa quale sia la sua strada, la sua identità nel mondo”.
“Il bel libro di Elvira Dones, un indubbio talento registico, una costanza invidiabile (tre anni di attesa tra soggetto e ci set), ma soprattutto la fiducia di Alba Rohrwacher, un’antistar capace di illuminare materia e antimateria narrativa, hanno permesso alla giovane Laura Bispuri  – scrivono ‘Il Giorno / Il Resto del Carlino e La Nazione” – di portare Vergine giurata sul palcoscenico della Berlinale… Il film, accolto con calore e applausi, tesse bene il filo del racconto sicché qualche inevitabile fragilità viene riscattata da una forte impressione di vero, sempre difficile da ottenere quando la protagonista è, al tempo stesso, femmina (per natura) e maschio (per convenzione sociale)”.

ssr
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