C’è un po’ di Jeeg Robot nell’ultimo film di Carlo Verdone, Benedetta follia, dall’11 gennaio su 700 schermi con la Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis. Ad affiancare l’attore e regista c’è infatti Ilenia Pastorelli, l’attrice rivelazione di Lo chiamavano Jeeg Robot con cui ha vinto il David di Donatello, ancora una volta perfetta nei panni di una ragazza di borgata, sfrontata e travolgente, improbabile aspirante commessa del negozio di articoli religiosi di cui Verdone è proprietario. “E’ stata incredibile ed ha interpretato il suo ruolo in maniera perfetta, dando tutto se stessa con molta naturalezza ed emotività”, sottolinea Verdone. “Non credo di aver fatto la coatta piena di cliché che viene a volte rappresentata dal cinema, replica l’attrice, ma ho interpretato un personaggio vero e versatile, come lo sono tutti quelli creati da Carlo Verdone, che è il mio idolo da sempre: davanti al balcone della mia stanza sulla periferia della Magliana c’era un cartellone abusivo di Viaggi di nozze. E’ rimasto lì per sei anni, ogni giorno lo guardatvo sbiadirsi e l’immagine di Verdone mi ha accompagnato per tanto tempo, così come i suoi film mi hanno sollevato l’umore nei momenti più bui”. Ma Ilenia non è l’unico elemento ereditato dal film sull’eroe di periferia, anche soggetto e sceneggiatura sono firmati insieme ai due sceneggiatori di Lo chiamavano Jeeg Robot, Nicola Guaglianone e Menotti: “Li ho incontrati negli uffici della Filmauro – racconta Verdone – e mi hanno proposto due soggetti, entrambi interessanti. Quello che ho scelto è un film con un nucleo tutto al femminile, che mi ha incuriosito perché parlava di sentimenti e relazioni ai tempi delle app, ma anche di un uomo in difficoltà che incontra una ragazza che, seppure del tutto diversa da lui, riesce ad aiutarlo. Mi intrigava poter tornare a lavorare con le donne, che sono state sempre le migliori partner sul set e la carta vincente delle mie commedie, e mi piaceva tornare ad esplorare il loro universo – fatto di tic, paturnie e qualità – in un momento di grande smarrimento della società, che mi ha dato anche la possibilità di gettare uno sguardo ai rapporti che nascono dai siti di incontri online”.
Lasciato dalla moglie (Lucrezia Lante della Rovere) proprio nel giorno del loro venticinquesimo anniversario, Guglielmo (Carlo Verdone), uomo dagli apparentemente incrollabili principi e dalla fedina cristiana immacolata, vede il suo universo stravolgersi e le sue certezze crollare. Si ritrova d’improvviso single e spaesato, e si accorge di aver perso per strada negli anni l’entusiasmo e il sorriso interiore di quando era ragazzo. Così quando Luna (Ilenia Pastorelli) lo iscrive a una app di incontri online, mentre va alla ricerca della perduta leggerezza e serenità, si ritrova travolto da un mondo fatto di tragicomici appuntamenti al buio ed esilaranti tentativi di donne disposte a tutto pur di trovare l’anima gemella. “Nel momento in cui tutto è online diventa inevitabile che la rete sia arrivata ad impossessarsi anche delle relazioni e a gestire i nostri sentimenti. In realtà io sono più all’antica, mi piace guardare negli occhi le persone e vorrei tornare a rapporti più umani e meno telematici. Mandare un messaggio nel web dopo aver visto solo una foto è quantomeno un po’ rischioso, ma è anche vero che conosco due coppie di cari amici, che sono persone di cultura e piene di passioni, che stanno insieme da anni e che si sono conosciuti in questo modo”.
Nel cast oltre a Paola Minaccioni, Elisa Di Eusanio e Francesca Manzini, anche Maria Pia Calzone, un’infermiera di pronto soccorso abituata alle durezze della vita ma dall’animo gentile: “Mi piacciono i personaggi femminili di Carlo perché sono sempre donne che non sono agite dagli uomini, ma hanno la loro vita nelle mani. Anche in questo caso, il personaggio che interpreto rappresenta la dolcezza e l’accoglienza femminile di una donna che nella vita di tutti i giorni fa un lavoro difficile e duro”. Sullo sfondo una Roma ideale e poetica: “Volevo fare un film sereno, che fosse una bella carezza data al pubblico e alla mia città, di cui non sono andato a cercare le magagne ma che ho voluto mostrare nel modo in cui vorrei vederla e come mi auguro torni presto ad essere. Purtroppo, però, c’è ancora tanto da fare e vedo che le cose vanno a rilento”.
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