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Sui giornali di oggi ampio spazio al programma ufficiale del Festival di Cannes, dove è atteso in Concorso anche Paolo Sorrentino con il suo nuovo film. “Nove anni dopo Youth è ancora lui, Paolo Sorrentino, sulla tolda del transatlantico del cinema” scrive Valerio Cappelli sul Corriere della Sera. “In concorso c’è un altro pezzo d’Italia, Marcello Mio di Christophe Honoré, non è un biopic ma un viaggio visionario nella vita di Mastroianni, con la figlia Chiara che ha la vita sottosopra e confessa che avrebbe preferito vivere la vita del padre”.
Su Cannes Paolo Mereghetti titola “L’eterna lotta tra Venezia e la Croisette”. Il critico commenta la selezione ufficiale del festival francese notando il ridotto numero di opere prime (una), a favore dei “grandi nomi” spartiti tra Venezia e Cannes. “Questo non vuol dire che i titoli scelti per la Palma non
possano essere interessanti, ma viene il dubbio (come era successo due anni fa con Crimes of the Future di Cronenberg) che l’etichetta di “appartenenza” vinca su tutto”.
Su Il Domani Anna Maniscalco analizza i risultati di Oppenheimer in Giappone. Il film ha registrato il miglior risultato al box office per un film straniero dall’inizio del 2024, ma non sono mancate le polemiche. “Nonostante i commenti negativi sul film non c’è stata nessuna vera protesta, nessun picchetto. E la lobby anti nucleare giapponese, ritornata in auge dopo Fukushima, non ha più la stessa forza di allora”. Il film arriva in Giappone con molti mesi di ritardo dopo che anche il fenomeno Barbenheimer era stato mal visto. “Questa ricezione complessa indica la difficoltà di raccontare una storia alle sue stesse vittime. A ottenere il plauso degli spettatori, su un altro passaggio nero della guerra tra Giappone e Stati Uniti, era stato invece Clint Eastwood, con la battaglia di Iwo lima”.
Molto apprezzata anche dalla stampa italiana è la nuova serie Netflix Ripley, tratta da Il talento di Mr Ripley di Patricia Highsmith. “Sin dalla prima immagine, colpisce la bellezza della fotografia, in bianco e nero e con uno stile curato” scrive Matteo Ghidoni su Il Giornale. “Sin dalla prima immagine, colpisce la bellezza della fotografia, in bianco e nero e con uno stile curato”. La serie presenta attori che recitano in inglese e attori americani che parlano italiano.
Su Netflix da ieri la docuserie su “Giovane Berlusconi”. “È insomma l’unico che – spirato – può ispirare un’epopea pari o superiore a The Crown” scrive Ginevra Leganza su Libero. “Un’epica italiana, e perciò stesso provinciale, con accenti soap e colonna sonora d’Aznavour”. La miniserie in tre puntate è diretta da Simone Manetti. “Niente (o quasi) che non sapessimo, eppure tutto che brilla e scintilla. E sono appunto immagini epiche. Letteralmente”.
Sul Il Venerdì di Repubblica Emiliano Morreale racconta il nuovo libro di Marco Giusti dedicato a Franco e Ciccio. “La loro comicità è legata all’ultima età ingenua del nostro cinema, quella delle seconde e terze visioni e dei cinema parrocchiali. Marco Giusti, che già a loro aveva dedicato vent’anni fa un libro con dvd, pubblica un volume documentatissimo (Tutti i film di Franco e Ciccio, Bloodbuster) raccontando la loro carriera anno per anno”.
Salvatores e il recupero di una vecchia sceneggiatura di Fellini, Celeste Dalla Porta, protagonista di Parthenope su Sorrentino: "pretende moltissimo, ma dà anche", Edoardo Leo: "Otello è la cronaca di un uomo geloso che massacra sua moglie"
Clint Eastwood e il Gladiatore, Liliana Segre e L'Amica geniale i punti salienti della rassegna di oggi
La nomina di Alessandro Usai a nuovo presidente Anica e l’arrivo in sala de Il gladiatore II. Poi il ricordo del produttore Galliano Juso, l’intervista a Enrico Vanzina sul suo libro fresco di stampa e l’uscita del volume su Anselmo Ballester e “il cinema dipinto” nei suoi celebri manifesti
Nella rassegna di oggi, le interviste a Giacomo Gianniotti e Noemi, le lacrime di Claudia Pandolfi sui social e Perugia sul solco di Avetrana