“Papà vedeva in Mario Carotenuto uno dei pochissimi attori italiani che era sempre lui. Voleva dire poter contare sul ruolo che hai scritto sapendo che l’umanità di un attore come lui l’avrebbe portato a una dimensione superiore. In questo è come Sordi o Verdone”. Così Enrico Vanzina in conversazione con Gloria Satta, in occasione di Mario Carotenuto – Il commendatore della commedia all’italiana, evento che celebra i 30 anni dalla morte dell’attore organizzato nella Sala della Protomoteca in Campidoglio dalla Casa della Commedia all’Italiana, fondata dalla figlia dell’attore, Claretta Carotenuto e Steve Della Casa.
L’energia vitale “dei ruoli di papà era la stessa che aveva a casa” spiega all’ANSA Claretta Carotenuto. In una “poliedricità di ruoli ha dato corpo a tutte le sfaccettature della commedia all’italiana”. Una ricchezza artistica esplorata durante la giornata (realizzata con il Patrocinio di Roma Capitale, Rai, Titanus, con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, e la collaborazione di Rai Teche) in vari approfondimenti come la visione del documentario La maschera e il sorriso – L’avventura artistica di Mario Carotenuto’che la figlia Claretta aveva realizzato per i 100 anni dalla nascita.
Centocinquantadue film, da Abbiamo vinto! di Stemmle fino a Romanzo di un giovane povero di Scola nel 1995, per cui riceve, postuma, la sua prima candidatura ai David di Donatello. Mario Carotenuto è stato un grande interprete, che ha regalato, fra cinema e teatro (dove l’hanno diretto anche Strehler, Bolognini, Garinei e Giovannini, Sbragia, Lerici), una straordinaria galleria di personaggi.
L'attore due volte premio Oscar è stato interprete in film come La strada di Federico Fellini, Attila di Pietro Francisci e Lawrence d'Arabia
Steno ha scelto Gabriele Ferzetti, ma il ruolo è stato interpretato anche da Donald Sutherland, Heath Ledger e Stefano Accorsi, fino al più recente Fabrizio Bentivoglio per Salvatores: il 2 aprile 1725 nasceva “un uomo libero, la cui unica legge è la sua volontà e il cui unico dovere è il piacere”
Sebbene all'uscita, il 27 marzo 1975, la critica non ne riconoscesse subito il valore, oggi il film con Paolo Villaggio rappresenta una pietra miliare indiscussa del cinema italiano
Il 7 marzo 1975 usciva nelle sale italiane un film destinato a diventare un pilastro del cinema horror e un punto di riferimento per intere generazioni di registi e appassionati