VALERIA GOLINO


Se prima erano i grandi film a porre al centro dell’attenzione Valeria Golino, ora è lei a valorizzare le pellicole, anche quelle più piccole. In Prendimi (e portami via) di Tonino Zangardi è Luciana, una donna sposata con un figlio, che sta attraversando un periodo di crisi. Una pittrice che, giunta a un punto di non ritorno, vorrebbe evadere, essere lontana da un’umanità che inconsapevolmente si è incattivita, diventando vittima dei suoi stessi pregiudizi.
Prendimi (e portami via) di Tonino Zangardi è un film aperto, non impone un punto di vista. E’ una storia di periferia con rom e abitanti di Roma in conflitto e tuttavia in ognuna delle due parti i “contendenti” sono responsabili delle proprie (cattive) azioni. Il film s’avvale di un inatteso Rodolfo Laganà in veste drammatica, della spontaneità dei ragazzi interpreti, del non machiettismo degli attori di supporto e della fotografia di Marco Onorato. Distribuito dall’Istituto Luce, esce nelle sale il 3 ottobre in 20 copie.

Da un po’ di tempo mancavi sul grande schermo come protagonista.
Dopo Respiro ho avuto proposte poco interessanti, così per circa otto mesi non ho lavorato. Poi è arrivato il film di Zangardi e all’inizio non pensavo di essere in grado di interpretare Luciana. Mi sentivo fuori luogo, ma Tonino ha insistito con grande sensibilità e discrezione. Anche questo è importante, fare un film significa instaurare un contatto umano con chi per un lungo periodo ti starà accanto. Comunque l’attesa non mi ha turbato, sono diventata più selettiva, anche se talvolta sbaglio. Mi è capitato di interpretare ruoli che non avrei dovuto fare e viceversa.

Chi è Luciana?
Era una bella ragazza di quartiere che sperava in qualcosa di più, ma con il passare degli anni è sfiorita. Le circostanze della vita le hanno fatto perdere la luce di un tempo. Per assumere le sue forme ho smesso di fumare e ho mangiato di più. Per il resto Luciana ha la mia stessa età e dunque non è stato necessario usare trucchi particolari. Io e lei siamo diverse per motivi esistenziali.

Luciana non è in fondo affine alla Grazia di Respiro?
E’ una semplice coincidenza, io sono attratta da ruoli diversi. Sono i registi che mi vedono nei panni di donna antagonista della società. Luciana e Grazia sono profondamente diverse, hanno un rapporto con i figli opposto, anche se entrambe amano i propri bambini. Certamente sia Luciana che Grazia sono donne periferiche, che vivono ai bordi della comunità. Soffrono la mediocrità e provano disagio nello stare in mezzo a persone schiave di pregiudizi.

Reciti spesso con i bambini, come ti trovi?
Non è facile e non esiste un modo unico di lavorarci. Ogni ragazzino ha un suo carattere e non è possibile prescindere dalla simpatia o antipatia che si prova. Non cerco un approccio da adulta, mi viene naturale essere la loro compagna o antagonista.

Interpreterai ruoli da protagonista oltreconfine?
Il successo internazionale di Respiro indubbiamente mi sta giovando. Ricevo molte offerte dall’estero, spesso opposte: complessi film d’autore o pellicole commerciali. Per ora sono impegnata in una commedia leggera, una piccola partecipazione, con Gérard Depardieu in un film di Frederique Auburtin, Sanantonio.

02 Ottobre 2003

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