Torna Venice VR, il lato immersivo della Mostra

“Se il cinema può essere considerato l’arte di manipolare il tempo la realtà virtuale è l’arte di manipolare lo spazio, grazie alla sua capacità di trasportare e di far volare”


VENEZIA – La realtà virtuale, con i suoi mondi immersivi e multisensoriali, torna protagonista per il secondo anno consecutivo alla Mostra, all’isola del Lazzaretto Vecchio dove è allestito il VR Theater, accessibile a tutti gli accreditati con prenotazione obbligatoria tramite il sito della Biennale. 30 i film del Concorso Venice Virtual Reality, che si divide in Lineare e Interattivo. Oltre ai film del Concorso presentati altri progetti VR provenienti da Biennale College e dal Venice Production Bridge. “Abbiamo 12 registe donne in concorso su 30 – sottolinea nella conferenza stampa di presentazione Liz Rosenthal – e siamo orgogliosi di dire che la presenza femminile è ben rappresentata. Non dipende da una scelta predeterminata in termine di quota ma basata sull’eccellenza del loro lavoro”.“Se il cinema può essere considerato l’arte di manipolare il tempo, tramite flashback o flashforward, la realtà virtuale è l’arte di manipolare lo spazio, grazie alla sua capacità di trasportare e di far volare”, continua Michel Reilhac illustrando le diverse sezioni che rappresentano anche le differenti possibili applicazioni VR. 

Unica produzione italiana, presentato Fuori concorso in Biennale College Cinema – Virtual Reality In the cave di Ivan Gergolet, che trasmette tutta la fascinazione del regista per il mondo sotterraneo, insieme al senso di bellezza ma anche pericolo e perdita dalle nozioni di tempo e spazio. Una vita che si spegne nella stanza di un vecchio speleologo. Il buio invade la visuale e sembra non lasciare scampo, ma, inaspettatamente, oltre le tenebre c’è qualcosa, un altrove da cui ricominciare. L’unica guida dello spettatore che può muoversi all’interno di una grotta piena di bellezza e mistero (realizzata con le immagini di cave reali) è una luce sulla testa, con cui può illuminare le pareti, esplorando le meraviglie del sottosuolo e cercando la via d’uscita dal buio, in un viaggio allegorico alla ricerca della vita e della rinascita.

 In Concorso – Lineare è stato selezionato anche X-Ray Fashion del fotografo Francesco Carrozzini (figlio di  Franca Sozzani). Un’interessante produzione USA, Danimarca e India che esplora il lato oscuro dell’industria della moda, la cui produzione tessile è responsabile del 20% delle acque di scarico globali e del 10% delle emissioni globali di carbonio, ed è spesso legata a violazioni dei diritti umani e a condizioni di lavoro pericolose. Un viaggio totalmente immersivo, in cui lo psettatore entra in contatto fisico  con i campi cotone e le vasche di tintura che colorano i corsi d’acqua, si trova in mezzo alle fabbriche tessili e alle discariche di vestiti abbandonati, sfidando il suo modo di pensare l’industria della moda e i vestiti.

Torna, questa volta fuori concorso, il secondo annunciato capitolo di Arden’s Wake di Eugene Chung, il corto animato che, a ragione, ha vinto lo scorso anno il premio come miglior film al primo concorso che la Mostra del Cinema ha dedicato alla realtà virtuale. Il regista è anche il fondatore della casa di produzione Penrose Studios, una startup americana specializzata in contenuti innovativi e immersivi, che promette di diventare la Pixar dell’animazione in VR, come qualcuno in rete ha già iniziato a definirla. In Tide’s Fall, la giovane protagonista Meena che avevamo lasciato in uno scenario post-apocalittico nelle profondità marine alla ricerca del padre scomparso, scopre che in realtà non tutti i mostri in agguato sotto la superficie sono visibili, e dovrà affrontare il suo passato e la difficile relazione con il padre.  

30 Agosto 2018

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