E’ scoppiata la Burtonmania ieri sera all’Auditorium Parco della musica di Roma dove il regista ha preso parte al primo incontro annuale di Viaggio nel cinema americano. Complici Antonio Monda e Mario Sesti, Burton, a Roma per lanciare Sweeney Todd si è lasciato andare ad una chiacchierata quasi intima su se stesso e i suoi film. Ad ascoltarlo una sala strapiena di gente e di gadget con la faccia di Jack Skeleton, il protagonista di Nightmare Before Christmas.
Lei è stato allievo alla CalArts (Istituto d’arte californiano) negli stessi anni in cui John Lasseter, futuro fondatore della Pixar, ha frequentato la scuola. Insieme siete stati anche assunti alla Disney.
Che ricordi ha della sua carriera di animatore?
Sono sempre stato un mediocre disegnatore. Basta guardare film come Red & Toby Nemiciamici e Taron e la pentola magica per capire che non ero in grado di realizzare belle volpi o cagnolini carini. Non ero tagliato per quello, ma lavorare in un posto come la Disney mi ha permesso di studiare e osservare da vicino l’animazione e le sue tecniche, così mi sono concentrato sulla Stop Motion con cui poi avrei realizzato Nightmare Before Christmas e La sposa cadavere
Per buona parte della sua carriera ha raccontato degli adolescenti problematici o incompresi che hanno incontrato appieno i gusti e l’apprezzamento del pubblico. E’ il caso di Edward mani di forbice o del libro illustrato “La morte malinconica del bambino ostrica e altre storie”. E’ una scelta dettata da ricordi personali?
Sì, sono stato un bambino anomalo e crescendo sono diventato un adulto anomalo. In sostanza la mia percezione del mondo non è molto cambiata. Mi fa piacere sapere che Edward sia di aiuto o d’ispirazione per i giovani di diverse nazioni perché anch’io credo che sia un film universale: un adolescente può sentirsi impacciato nei confronti della vita in qualunque città del pianeta. Tornando al film però le posso dire che secondo Johnny Depp, Edward è il mio alter ego cinematografico. Forse ha ragione ma è meglio che l’abbia interpretato lui che è di gran lunga più attraente di me!
Qual’è il segreto della sua complicità con Depp?
Sono bravo a comunicare solo con persone che siano almeno pazze quanto me. In più cerco solo attori motivati da una grossa curiosità o da ragioni personali. Johnny rientra in entrambe le categorie
Nella fase in cui era un bambino anomalo chi erano i suoi idoli?
Vincent Price. I suoi film mi hanno letteralmente salvato. Ho detto questa stessa frase a un giornalista tedesco una volta e mi ha risposto: ‘Perché? Ha rischiato di morire?’ Quello che intendo dire è che sono cresciuto amando lui e i suoi film. Poi diventato un animatore ho realizzato Vincent, il corto in cui un bimbo sogna di essere Price e gliel’ho spedito chiedendogli se acconsentiva a doppiarlo. Mi disse di sì e diventammo amici. E’ stata una delle poche persone veramente buone che ho conosciuto a Hollywood.
Quindi da ragazzo l’horror era il suo genere preferito?
Decisamente sì. In quelle storie è sintetizzata la mia idea del mondo e della gente. In pellicole come Frankenstein per esempio il mostro non è cattivo, è l’uomo che lo giudica così solo in base al suo aspetto, come dire che i giudizi sono quasi sempre superficiali perché non ci si vuole fermare a capire davvero. Questa riflessione l’ho inserita anche in Big Fish dove una voce fuori campo dice “tutte le cose che consideriamo malvagie al mondo sono in realtà sole o prive di buone maniere”
Tra i suoi film più famosi c’è anche Batman. Era un fan del fumetto?
In parte sì. Mi ha spinto la voglia di tornare alle origini del personaggio, al suo lato più dark, al tema della doppia personalità. Volevo che passasse la mia concezione di Batman come uomo che soffre.
Lei ha diretto anche il sequel dell’Uomo pipistrello, Batman Il ritorno, mentre si è limitato a produrre il terzo episodio Batman Forever. Come mai?
Perché la Warner mi ha impedito di girarlo. Pare che a McDonald’s e Burger King, che compravano le licenze commerciali, non fosse piaciuto il personaggio di Penguin. Facemmo una riunione e mi dissero: ‘Ma che cos’è quel liquame nero? Cosa fa uscire dalla bocca di Danny De Vito? E io ho risposto: ‘E voi nelle nostre di bocche che roba strana mettete?’
Un grosso dispiacere?
Da allora prima di dire ‘sì girerò questo film’ aspetto sempre il primo giorno delle riprese
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