The Reader: se la kapò è analfabeta

The Reader: se la kapò è analfabeta


BERLINO – “E’ un film che fa discutere perché parla di temi che in genere vengono visti dalla parte delle vittime e non dei carnefici”, dice il regista di The Reader. C’è aria di polemiche – lo Spiegel se la prende con il boom di film americani che usano l’Olocausto per parlare d’altro, qualche critico americano stigmatizza la scelta di rendere affascinante un’aguzzina nazista – per l’anteprima tedesca, peraltro molto applaudita, del film di Stephen Daldry con Kate Winslet e Ralph Fiennes oggi fuori concorso alla Berlinale. Dopo l’eroismo di Operazione Valchiria, ecco una storia d’amore all’ombra del lager che in Italia uscirà il 20 febbraio con 01 Distribution e ha raccolto cinque candidature all’Oscar (ma la Winslet l’avrebbe meritata piuttosto per Revolutionary Road, inspiegabilmente lasciato fuori dai giochi dell’Academy).

Diretto dal regista di Billy Elliot e The Hours, tratto da un romanzo del tedesco Bernhard Schlink (pubblicato nel 1995), il film inizia come una bollente e anomala love story nella Berlino degli anni ’50 tra Michael (il giovanissimo David Kross), liceale quindicenne, e la bigliettaia di tram Hanna (un ruolo che inizialmente doveva andare a Nicole Kidman, sostituita dalla Winslet perché incinta). Lei ha il doppio dei suoi anni ed è piuttosto scorbutica ma la passione li unisce: fanno l’amore tutti i giorni dopo la scuola, lei lo insapona nella vasca da bagno e in cambio gli chiede di leggerle libri su libri, parole che la giovane donna divora con passione e stupore. Insieme scoprono buona parte dei capisaldi della letteratura occidentale, dall’Odissea alla “Signora col cagnolino” di Cechov, poi all’improvviso lei sparisce senza lasciare tracce né spiegazioni. Solo qualche anno dopo, quando lui, ormai studente di legge, si sta specializzando sotto la guida del professor Bruno Ganz, si imbatte di nuovo nella sua ex amante, processata insieme ad altre criminali naziste per una serie di atrocità compiute ad Auschwitz tra cui la morte nel rogo di un edificio di un gruppo di deportate che potevano essere salvate semplicemente aprendo una porta chiusa a chiave. Particolare inquietante: la kapò Winslet amava costringere le prigioniere a leggere per lei ad alta voce. Grande dilemma per il ragazzo, che potrebbe alleviarle la condanna semplicemente rivelando il segreto che lei tace per la vergogna: Hanna è analfabeta. Ma lui rimane paralizzato e in silenzio, come l’intera Germania post-bellica è stata per molti decenni. Poi lo vediamo adulto (ora è Ralph Fiennes) con una vita sentimentale disastrata e un legame che non riesce a tagliare. “Michael è traumatizzato – spiega Fiennes – non riesce a staccarsi da Hanna ma neppure vuole avere un contatto troppo intimo con lei, così decide di cominciare a spedirle in carcere, anziché delle lettere, le cassette su cui registra brani dei libri che un tempo le leggeva”.

“Il film – dice ancora Daldry – parla soprattutto di un conflitto generazionale: come possiamo avere a che fare con coloro che hanno contribuito direttamente allo sterminio o comunque ne sono stati testimoni? Come possiamo amarli o accettarli come genitori o insegnanti?”. Ma per Kate Winslet, attrice molto seria e rigorosa che non si perde in chiacchiere divistiche e rifiuta addirittura di commentare la candidatura all’Oscar, il personaggio di Hanna è combattutto tra la vergogna che prova per il suo essere analfabeta e un sentimento di colpa non ammesso neppure con se stessa che inizia ad affiorare solo durante gli anni di prigione. E’ una donna dura ma anche capace di amore e calore”.

Prodotto da Harvey Weinstein e Scott Rudin (ma al progetto hanno collaborato sia Sidney Pollack che Anthony Minghella, entrambi scomparsi durante la lavorazione), scritto da David Hare (Orso d’oro per Il mistero di Wetherby nell’85) The Reader si inserisce a pieno titolo nella tendenza del cinema contemporaneo a scovare storie degli anni del nazismo: oltre al citato Operazione Valchiria, che in Germania è stato visto già da un milione di persone, ci sono una mezza dozzina di titoli: Adam Resurrected di Paul Schrader, Defiance, Il ragazzo con il pigiama a righe e persino il nuovo progetto di Quentin Tarantino Inglourious Basterds, hanno a che fare in un modo o nell’altro con quella atroce pagina di storia del XX secolo. In più qui alla Berlinale si vedranno John Rabe di Florian Gallenberger, A Woman in Berlin di Max Farberbock, il dramma alpino ambientato negli anni ’30 North Face di Phillip Stolzl e il danese Flame & Citron. L’ultima parola al diciottenne David Kross: “Spero che The Reader aiuti la mia generazione a saperne di più su quel periodo e spero che i miei coetanei vedano il film e riflettano”.

06 Febbraio 2009

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