The Daughter, da Ibsen a Geoffrey Rush

L'esordio di Simon Stone è tratto da L'anitra selvatica


VENEZIAGeoffrey Rush, Miranda Otto, Sam Neill e la giovane promessa australiana Odessa Young: The Daughter di Simon Stone, il film di chiusura dei Venice Days, si presenta con questo cast notevole per raccontare la storia di Christian (Paul Schneider) che torna nella sua città d’origine per il matrimonio del padre (Geoffrey Rush) con una ragazza molto più giovane. A contatto con il suo passato e con la famiglia del suo amico d’infanzia Oliver (Ewen Leslie), Christian scopre un segreto sepolto nella memoria e cerca di riparare agli errori del passato.

Tra i più importanti drammaturghi australiani, qui al suo debutto alla regia di un lungometraggio, il regista si è ispirato a L’anitra selvatica di Ibsen: “Quando l’avevo adattato dalla letteratura al teatro avevo già in mente le immagini e ho lavorato come se si trattasse di una sceneggiatura per il cinema. Dalla pagina al palcoscenico la storia era cambiata, poi è cambiata molto, di nuovo, nel passaggio al grande schermo”. In questo film “sulla memoria ma senza flashback il ruolo del tempo è fondamentale. Quando sei molto giovane, una settimana ha un peso molto più importante sulla tua vita, e se vuoi fare qualcosa di grande e non ci riesci ti sembra che possa cascare il mondo. Anche se hai già una buona esperienza, quando sei adolescente la prospettiva sul tempo è enormemente diversa da quella di un adulto, che ha vissuto il doppio di te. In un complesso contesto fatto di recriminazioni, qui c’è una ragazza adolescente che ha cominciato a conoscere il senso della vita, che scopre se stessa ed è colma di gioia ma anche piena di insicurezze, e dunque vulnerabile quando si confronta con il caos prodotto dagli adulti intorno a lei. Questo è un film su persone che cercano di essere buone, amorevoli e che falliscono, vittime della debolezza e della lotta per la sopravvivenza”.

12 Settembre 2015

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