“Te piace ‘o presepe?” chiedeva a mo’ di tormentone a suo figlio il protagonista dell’intramontabile capolavoro teatrale Natale in casa Cupiello che, in occasione dei centoventi anni dalla nascita di Eduardo De Filippo, diventa un film in onda su Rai1 la sera del 22 dicembre. Un ‘regalo’ di Natale che porta la firma e le atmosfere dense e sature di Edoardo De Angelis, con un bel cast che va dal protagonista Sergio Castellitto nel ruolo che è sempre stato del grande Eduardo, a Marina Confalone (nei panni della moglie Concetta), ai figli Adriano Pantaleo (Tommasino) e Pina Turco (Ninuccia). “Più che di una commedia parliamo di un evento. Sono anche quasi novant’anni dalla prima teatrale di Natale a casa Cupiello, del 1931 – sottolinea Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction – Un grande classico che è anche un regalo a tutti, è difficile portare il teatro in televisione, ma vi assicuro che il regista riesce in maniera straordinaria a mettere insieme cinema e teatro classico, in un corto circuito di linguaggi che ne fanno un film straordinario”. “Un racconto esistenziale e culturale spietato che richiama in noi un codice intimo che è quello della famiglia – fa eco il direttore di Rai1 Stefano Coletta – Da sempre il Natale è un bilancio delle nostre esistenze nella famiglia. Mette insieme i chiaroscuri di ogni grande nucleo familiare con una maestria di capacità che insieme orchestrano una bellissima opera”.
La storia ripercorre quella nota del capolavoro Eduardiano, collocata nel film all’inizio negli Anni ’50, un anno emblematico, come sottolinea il regista, in cui Napoli presenta ancora le ferite della guerra ma intravede i primi barlumi della nascita del ceto medio che si svilupperà negli anni successivi: “Un anno che mi sembra molto assomigliare a questo 2020”, sottolinea De Angelis. Il Natale si avvicina, fuori fa freddo, e Luca Cupiello (Sergio Castellitto), chiamato in casa Lucariello, prepara l’amatissimo presepe: il suo mondo perfetto e commovente, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione. Ma alla sua famiglia non interessa e, nonostante i reiterati tentativi di coinvolgimento, la risposta che riceve è un atteggiamento di superiore sufficienza, a rimarcare distanza e disinteresse per un mondo tradizionale che appare a tutti superato e senza senso.
“La grandezza di Lucariello sta proprio nel gesto, che all’inizio è l’inutilità di fare il presepe e che nel finale diventa gesto sacro, puro e incontrastabile: prendere le mani dei due ragazzi che si amano e unirle”, sottolinea Sergio Castellitto, che rispetto a possibili difficili paragoni con l’interpretazione di Eduardo: “Per il ruolo non mi sono confrontato con il maestro, un genio inarrivabile, ma ho fatto l’attore, recitato un ruolo, interpretando un personaggio cechoviano in un film che è una gioielleria di emozioni. Luca è il più anziano di tutti ma, in questo mondo di adulti, è l’unico che riesce a conservare l’innocenza, che poi è la sua potenza. Ogni anno cerca di ricomporre i pezzi emotivi, i conflitti e i sentimenti di questa famiglia che oggi definiremo disfunzionale. Lo stolto, il ‘fesso’ Luca, attraverso questa messinscena del presepe cerca di ricomporre la nostalgia dell’amore”.
“Per fare questo film bisognava fare tabula rasa di ciò che è stato Eduardo attore, lavorare sulle sue parole perché potessero vivere in corpi e voci nuove. Un’operazione dall’esito liberatorio, il vero patrimonio di Eduardo sono i testi che ci ha lasciato, in cui più si scava e più emergono materiali preziosi”, conferma il regista che del film è anche co-sceneggiatore e che, rispetto alle modifiche apportate all’opera originale, rimarca: “Le modifiche attengono al cambio di linguaggio e alle diverse possibilità che il cinema offre. C’è una trasformazione linguistica, ma ho cercato di carpire lo stesso spirito della lingua di Eduardo. Il fuori scena, molto presente nell’opera teatrale, qui diventa fuoricampo. Il film, inoltre, privilegia la relazione carnale tra i personaggi e fa esplodere ciò che a teatro viene affrontato in maniera frontale”.
Nei panni della figlia maggiore, intrappolata tra un matrimonio che la rende infelice e un amore impossibile, Pina Turco: “Ninuccia è un personaggio a cui Eduardo teneva moltissimo, molte volte nei suoi personaggi femminili, come ha scritto, pensava a sua figlia Luisa persa quando aveva solo dieci anni, riflettendo sulla donna che sarebbe potuta diventare. Il mio personaggio è una donna bellissima e meravigliosa, divisa tra l’amore borghese e il sentimento romantico, che capisce quanto la famiglia sia fragile e complessa e che quando si allenta una maglia si porta tutte le altre dietro”. Ad interpretare, invece, il figlio minore che fa fatica a crescere e per questo viene chiamato Nennillo, Adriano Pantaleo: “Questo è ‘IL’ ruolo cui un giovane attore napoletano ambisce, l’ho fatto con orgoglio, come un dono straordinario, anche considerando il periodo difficilissimo per tutto il cinema. Nel mio personaggio ho cercato anche di mettere delle sfumature contemporanee, soprattutto nel rapporto padre-figlio”.
Natale in casa Cupiello è una produzione Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, con musiche originali meravigliose e rarefatte firmate da Enzo Avitabile. Una delle operazioni più importanti realizzate da Picomedia negli ultimi anni, come rivela il produttore Roberto Sessa: “Abbiamo trattato con la famiglia e preso l’opzione su tutte le venticinque commedie di Eduardo, spero di poter regalare al pubblico un appuntamento annuale con questo gigante. De Angelis e Castellitto prenderanno parte a una trilogia che prende il via con Natale in casa Cupiello, continua con Non ti pago ed è composta da una terza opera che annunceremo a breve e su cui stiamo ancora ragionando”.
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