Tarantino Show oscura i vincitori


VENEZIA – E’ Tarantino show alla conferenza dei vincitori che segue la cerimonia di chiusura di questa 67/a Mostra di Venezia. Accolto da un applauso e da qualche boo, indirizzato in realtà non alla sua persona ma al film Leone d’oro, Somewhere di Sofia Coppola che qui al Lido ha spaccato critici e giornalisti, il presidente di giuria ha mimato il gesto della masturbazione e poi ridendo ha detto alla platea “Boo to you!”. Vestito come uno delle Iene, suo film cult del ’92, Tarantino ha monopolizzato l’attenzione degli addetti ai lavori interessati soprattutto alla decisione di assegnare due premi importanti allo stesso film, impossibile stando al regolamento della Biennale. In teoria per aggirare la regola servirebbe il parere del consiglio di amministrazione, ma Quentin precisa di aver parlato con Mueller e di avergli detto così chiaramente che questa regola è stupida da aver ottenuto addirittura il suo annullamento per la prossima edizione. Se sia vero o una tarantinata, lo scopriremo solo in futuro.

 

Quello che possiamo dire ora è che, siparietti a parte, in conferenza il regista è stato un mostro di diplomazia che non ha voluto raccontare nulla dei film in concorso tenuti fuori dai premi. “Non sarebbe giusto nei confronti dei cineasti di cui mi chiedete né di tutti gli altri. Capisco la curiosità specie riguardo ai film italiani – ha continuato Tarantino – ma non dirò niente, scusate. Se mi chiedete invece se tutti i film in concorso erano belli, direi di si perché li ha scelti Marco Mueller”.

Le risposte cambiano un po’ quando le domande rischiano di diventare insinuazioni. A inizio festival infatti Tarantino giurò di essere imparziale. Ma a guardare l’assegnazione dei premi un dubbio, legittimo, può sorgere: non c’è solo il Leone d’oro alla Coppola, con cui ebbe una relazione, ma anche il Leone speciale per l’insieme dell’opera a Monte Hellman, guru, vecchio amico e produttore del presidente di giuria.

Senza scomporsi Tarantino ha risposto con le parole che lo stesso Hellman gli disse nel 1992 al SundanceFilmFestival, dove presentava Le Iene: “Un amico in giuria, mi spiegò Monte, è la cosa peggiore che ti possa capitare, perché per quanto ti voglia sostenere, sarà troppo imbarazzato e non oserà farlo ha detto Quentin – Io ho soltanto reagito ai film, non ho indirizzato le decisioni, ho dato le linee guida, ma Sofia è stata apprezzata anche dagli altri giurati. La decisione su di lei è stata unanime. Somewhere è un film che ci ha emozionato subito, fin dalla prima scena. Spicca sugli altri per bellezza e recitazione. Vi dirò di più, personalmente ho adorato la scena di Stephen Dorff con la faccia nel calco di gesso”.

 

Quanto alla diretta interessata, la Coppola che è arrivata al Lido nel pomeriggio insieme al fratello produttore Roman e al compagno, il cantante dei Phoenix Thomas Mars, l’emozione è stata fortissima: “Non ci posso credere ha detto Sofia, la quarta regista donna (dopo Von Trotta, Agnes Varda e Mira Nair ndr.) ad aver vinto il Leone questo è uno degli onori maggiori che potevo ricevere considerato anche che la mia famiglia è di origini italiane. Anche mio padre è felicissimo. Mi ha insegnato tutto quello che so”.

L’altro amico stretto di Tarantino, Hellman, è arrivato in conferenza portandosi dietro il Leone e raccontando che Road to Nowhere è il suo “primo vero film”. Poi ha svelato di essere al lavoro su un nuovo progetto, un thriller romantico con protagonisti due agenti segreti che si innamorano dopo essere morti.

 

Meno sopra le righe il momento dedicato a Ariane Labed, la vincitrice della Coppa Volpi come migliore attrice per il film Attenberg. Francese, nata in Grecia, la giovane interprete ha condiviso il premio con la regista, Athina Rachel Tsangari, e svelato di aver scelto la carriera di attrice perché in realtà non ha voglia di lavorare e “il cinema si fa solo per piacere”.

Chi si diverte sicuramente a fare cinema è senza dubbio Alex de la Iglesia, autore di Balada triste de trompeta che ha vinto ben due premi, Osella per la sceneggiatura e Leone d’argento per la regia. “Quello che si premia veramente in tutti festival è il miglior barman, il miglior cocktail. Viviamo nell’epoca del postmoderno dove copiamo l’uno l’opera dell’altro. Il talento è saper mescolare bene gli elementi. In questo momento nessuno fa qualcosa di nuovo. Siamo stanchi di prodotti politicamente corretti, di film prefabbricati in cui si sa come tutto va a finire” ha detto il regista, che dopo aver abbracciato e baciato Tarantino ha dovuto chiedere l’aiuto linguistico del giurato Guillermo Arriaga per tradurre ai giornalisti in inglese i suoi pensieri.

11 Settembre 2010

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