Sostenibilità ambientale prima di ‘Domani’

Il documentario francese di Cyril Dion e Mélanie Laurent, distribuito da Lucky Red dal 6 ottobre, affronta il tema dell'ambiente. Declinato in 5 sezioni, con proposte concrete di sostenibilità


Domani, documentario francese distribuito da Lucky Red dal 6 ottobre, tratta il tema dell’ambiente, declinato in cinque sezioni, con proposte concrete di sostenibilità.  Un road doc, perché Domani non è un film di finzione ma un documentario, anche se alcune eccellenze dell’ecologia mondiale sembrano così incredibilmente belle da non parere possibili, quindi magiche come solo il cinema sa creare. E invece la ulteriore bellezza sta nel loro essere possibili, così come Cyril Dion e Mélanie Laurent, gli autori, in prima persona, mettendoci la faccia, raccontano per tutta la durata, in giro per il mondo, dall’India alla Svezia, dalla Normandia agli Stati Uniti.

Nasce in Francia nel 2011 il progetto di questa coppia creativa dalla sensibilità ecologica che, sull’onda di un’efficace persuasione di amici attivisti e dal parziale impegno personale diretto – di Cyril -, ci mostra come un mondo nel rispetto del passo dettato dalla natura sia una cosa assolutamente possibile: la dimostrazione concreta sono 4000 luoghi nel mondo in cui è stata creata una moneta complementare, 1200 città di transizione, realtà come una città completamente biologica e la creazione di un’accademia dei sindaci che sostiene l’autogoverno del popolo. Queste sono solo alcune delle concrete esperienze che raccontano come un domani migliore per il pianeta e per l’essere umano sia in verità già un oggi teso a mettere le basi per il futuro. Unanime il plauso delle persone che, in occasione della presentazione italiana del film, hanno tributato al progetto, riconducendo le esperienze raccontate nel documentario al loro impegno, peculiare per ciascuna ma comune nell’intento del benessere collettivo.
Con questo spirito ha condotto il dibattito Massimo Temporelli, fondatore di FabLab: “il mondo della sostenibilità era una nicchia, quello che mi ha impressionato vedere degli imprenditori è stato il costruire piattaforme di consumo intelligente, che oggi è possibile fare, dando la sensazione che sostenibilità sia cool, figo, divertente”.
Gli fa eco Alessandro Giannì di Greenpeace Italia: “Questo film lancia un messaggio che Greenpeace condivide, quello delle comunità: saranno le persone che decideranno di reagire e capire se i sistemi sono a servizio di noi tutti o di chi ne fa profitto. Greenpeace ha l’idea di contaminare tutti quanti, perché adesso è il momento di reagire, perché più tardi reagiremo, più pagheremo le conseguenze”.

Sostegno al cinema – Domani – citando il cinema: “Si può fare”, ricordando il Frankestein di Gene Wilder, per Francesca Rocchi di Slow Food Italia: “Dopo aver visto questo film ho pensato a quel ‘Si può fare’. Noi abbiamo avuto un’intuizione 30 anni fa, avendo la sensazione che il cibo potesse essere motivo di dibattito politico, ma non senza creare piacere, perché dal piacere si può rendere più partecipi le persone, che sono il motore del cambiamento. Solo con Terra Madre siamo riusciti a costruire un’alternativa, quella dell’agricoltura in diretta connessione con le famiglie, esattamente come in casi presenti nel film, e la cosa più bella per noi, e per voi, è pensare che siano realtà già esistenti e quindi replicabili”. S’affianca l’altro esponente del mondo connesso all’alimentazione, Coldiretti e Campagna Amica con Luca De Amicis: “Il messaggio principale del film sono le diversità, che vanno valorizzate per vivere meglio. Cosa significa? Se ci cibiamo di cibi locali possiamo mangiare meglio, vivere meglio, lo stiamo facendo portando i contadini in città e i cittadini in campagna, creando dei farm market negli spazi urbani, dove si scambiano prodotti e si forma nuova cultura, sostegno del territorio, con una sovranità alimentare”.

Questo film fornisce speranza, sostiene Legambiente con Vanessa Pellucchi: “Rende praticabile la speranza. L’altra parola, poi, è interdipendenza: in quanto cittadini dobbiamo riuscire a leggere quanto accade nel mondo per prendere decisioni su quanto accade nel mondo, non essendo solo vittime del nostro passato ma trovando nuove soluzioni, con una positiva discontinuità”.
Concordi sul messaggio che il documentario propone, non una carrellata di catastrofi ambientali ma una selezione significativa di esperienze operose e concrete, un messaggio di opportunità reale, i testimoni italiani del fenomeno ecologista continuano ad approvare il racconto con l’appoggio filosofico di Fabio Santoro, per  Lifegate: “Del film mi è piaciuto è che ci siano diverse soluzioni che si possono adottare ma, come noi sosteniamo da sempre, la cosa importante è la scelta dello stile di vita. Questo vale per il ‘dove’ abitiamo, ‘come’ curiamo il nostro corpo, e via dicendo. Noi di Lifegate portiamo avanti il fatto che in tutte le dimensioni della nostra vita ci siano scelte già disponibili, che ci fanno vivere meglio. Noi lavoriamo sulla comunicazione di questi temi perché oggi ci sono sempre più persone interessate a queste soluzioni”.

Domani è  distribuito da Lucky Red, che per questo film ha attivato anche il suo progetto per le scuole, reputando il racconto portatore di un messaggio con cui sensibilizzare e sollecitare le generazioni ultime, incarnazione del futuro del mondo.

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30 Settembre 2016

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