“Cambiare pelle per non scomparire. Accettare la sfida del digitale cercando di intercettare i gusti del pubblico con proposte innovative e, per quanto possibile, inedite. I cineforum, veri e propri luoghi di incontro e di diffusione della cultura cinematografica tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, devono ‘ripensarsi’ per proiettarsi nel futuro. La pensa così Angelo Signorelli, vicepresidente della Federazione Italiana Cineforum, che raggruppa circa 80 circoli attivi in tutta Italia.
Signorelli ricorda anche che “molte sale, magari d’essai, su cui insisteva l’attività di cineforum, hanno chiuso. La realtà dei cineforum classica non esiste più da nessuna parte. La situazione non è affatto rosea. Ora, però, ci sono delle associazioni che propongono ogni anno un certo numero di film dell’ultima stagione”. “Riusciamo a fare – conclude – anche prime visioni proponendo documentari e film indipendenti come ‘Io sto con la sposa’, un film presentato a Venezia prodotto in parte con un’azione di crowdfunding. Si devono fare proposte che, magari, all’inizio non vengono capite e bisogna essere pronti a cambiare in corso d’opera”.
L’operazione ha consentito anche ai piccoli gestori di sale di beneficiare dell’iniziativa volta al potenziamento del settore cinematografico previsto dalla legge 220/2016
Per anni è stato un luogo di culto che, per la prima volta, offriva alla città del nord, un primo scorcio sulla settima arte. Oggi al suo posto sorge la biblioteca di Porta Venezia
L'annuncio sul sito: "speciali proiezioni a misura di neonato con luci soffuse, audio ridotto e pianto libero"
In un comunicato ufficiale, l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici e il Premio Carlo Lizzani hanno considerato di “estrema gravità” la chiusura della storica sala cinematografica Odeon, avvenuta pochi giorni fa a Milano