Gli eventi ridotti del 69,29%, gli ingressi del pubblico crollati del 72,9%. Arrivano i dati Siae per lo spettacolo 2020 e appaiono come la certificazione di quello che per il settore è stato l’anno più buio. Con la spesa del pubblico che, sempre nel confronto con il 2019, è diminuita dell’82,24% ovvero di oltre 4,1 miliardi di euro.Una crisi annunciata e durissima. Eppure, sottolineano i tecnici dell’ufficio statistico Siae, nei primi due mesi del 2020, quando ancora non era scattata l’emergenza sanitaria, il settore appariva in piena espansione. Con un numero decisamente più alto di spettacoli (+ 3,38%) rispetto allo stesso periodo del 2019 e gli ingressi lievitati addirittura del 15,49% . Il pubblico, insomma, in quei primi ormai lontanissimi mesi del 2020 sembrava disposto a spendere molto di più per spettacolo e cultura (+17,23%), con risultati più che incoraggianti in particolare per le mostre (+ 9,51%) e per il cinema (+6,75%), complice l’uscita in sala di Tolo Tolo di Zalone. Una crescita in parte condivisa anche dai concerti con un + 1,21% di spettacoli e un +26,54% per la spesa al botteghino.
Poi il buio, con lockdown e chiusure da marzo fino a maggio quando c’è stata una graduale e parziale ripartenza di musei teatri sale da concerto cinema. Fino ad ottobre, quando sono arrivate le nuove chiusure. Un anno a stop and go, con le giornate diminuite del 67% e alcune attività che non sono mai ripartite. Con il cinema che ha perso il 70,55% degli ingressi e il teatro 70,71% con una riduzione del 78,45% della spesa al botteghino. Ancora peggio se possibile è andata alla musica, che ha dovuto fare i conti con una contrazione dell’83,19% degli ingressi a cui corrisponde un crollo dell’89,32% della spesa al botteghino. Travolto pure lo sport (- 77,50% ingressi, -83,96% spesa al botteghino). In profondo rosso il ballo (- 78,53% ingressi/ – 78.03% spesa al botteghino), devastati i circhi e lo spettacolo viaggiante (-58,75% ingressi e -60,74% spesa al botteghino). Un anno da dimenticare per fiere mostre esposizioni (- 77,90% ingressi, – 76,70% spesa al botteghino).
Ecco, quindi, quello che il dg Siae Gaetano Blandini definisce un bollettino di guerra: “Da un anno siamo in trincea, i dati che pubblichiamo oggi li vedo così, come un bollettino di guerra. E sperare in un futuro migliore non basta, perché anche ripartire per lo spettacolo non sarà per nulla facile”, sottolinea Blandini all’ANSA. “Inutile illuderci, cambierà tutta la filiera, cambierà la fruizione e noi questo cambiamento dobbiamo capirlo e reinventarci: dobbiamo studiare come e farlo subito, perché siamo già in ritardo”. La Siae si sta attrezzando, anticipa, “il mese prossimo contiamo di aprire una nuova struttura di innovazione e strategie”. Ma è uno sforzo che il settore chiede anche al nuovo governo. “I ristori hanno fatto bene e sono importanti, però non bastano – continua Blandini- servono fondi, ma anche tavoli per capire come investire su nuovi modelli di fruizione culturale che sicuramente ci saranno”. Un compito da affrontare subito, ribadisce, perché l’industria culturale in Italia “è una delle prime forze del Paese, merita pari dignità rispetto al turismo”.
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