Dopo quattro capitoli e una serie televisiva – non troppo di successo – torna il franchise di Scream, creato dal mago dell’horror Wes Craven, inventore del celebre Freddy Krueger della serie Nightmare e scomparso nel 2015 con grande cordoglio dei suoi numerosi fan.
Proprio Scream 4 fu l’ultimo film del regista – con gran dispiego di intelligenti citazioni e post-modernità. Questa serie rappresenta, in effetti, anche un trattato del cinema ‘slasher’ in piena regola – per cui, anche in segno di rispetto, questo nuovo capitolo che esce in sala il 13 gennaio con Paramount si chiama semplicemente Scream, a rappresentare una totale ripartenza. Non nel casting, però, che vede il ritorno dei protagonisti iconici Neve Campbell (“Sidney Prescott”), Courteney Cox (“Gale Weathers”) e David Arquette (“Dewey Riley”) accanto a Melissa Barrera, Kyle Gallner, Mason Gooding, Mikey Madison, Dylan Minnette, Jenna Ortega, Jack Quaid, Marley Shelton, Jasmin Savoy Brown e Sonia Ammar.
Venticinque anni dopo la serie di efferati e crudeli omicidi che sconvolse la tranquilla cittadina di Woodsboro, un nuovo assassino con la maschera di Ghostface prende di mira un gruppo di adolescenti, facendo ripiombare la città nel terrore e riaffiorare le paure di un passato che sembrava ormai sepolto. “Il killer è su questa locandina” recita il poster originale. Tra i volti dei dodici personaggi riuniti sotto la maschera di Ghostface si nasconde il nuovo assassino. Una vera ‘caccia il killer’ che segue le regole classiche del ‘giallo’. Il gioco è a chi capisce prima chi è l’assassino. Questa volta però, il movente non ha nulla a che vedere con i volti della serie passata. La sua brutalità si consuma su un terreno più neutro e crudele, in cui i protagonisti non sono altro che pedine fittizie di un gioco metacinematografico, che diventa anche una critica – come il recente Matrix Resurrections – nei confronti del cinema contemporaneo.
Perché criticarsi è l’unico modo per rilanciarsi veramente. Il duo dei nuovi registi, Bettinelli-Olpin e Gillett – interessante notare come nei primi capitoli della saga si nascondessero due persone sotto la maschera di Ghostface – regala un tuffo nel passato glorioso ma solo per distruggerlo definitivamente, in vista, forse, di un autentico rilancio. Intelligente la strategia di promozione, che include un gioco interattivo, dove però non sono previste vittorie. Qualunque cosa si decida di fare, il giocatore finirà ucciso da Ghostface. Non c’è scampo, stavolta. E’ anche il destino della saga. Per rinascere, bisogna prima morire.
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