Sansone, combinaguai in crisi adolescenziale

GIFFONI VALLE PIANA – Si chiama Marmaduke, ma in Italia gli appassionati – piccoli o già grandi – del fumetto di Tim Rasmussen e Vince Di Meglio lo conoscono come Sansone, l’enorme alano, che per quantità di disastri può competere con il gatto mangia-lasagne Garfield, e per stazza con il poco intrepido Scooby-Doo. Se di questi due personaggi sono puntualmente giunte le versioni cinematografiche, come poteva mancare all’appello Sansone? Il film che esce nelle oltre 250 sale italiane il 13 agosto, dopo l’anteprima molto seguita al festival di Giffoni, vede il piccolo Enzo Ghinazzi in arte Pupo doppiare l’enorme cagnone, per la legge del contrappasso, dopo lo scoiattolino proporzionato Hammy della Gang del bosco. Nel film, che non è d’animazione, salvo per quel che riguarda le bocche degli animali, il cagnone si sente solo e strano come un adolescente. E la sua voce narrante imperversa.

Tutto questo perché il suo padrone, Phil Winslow, cambia lavoro all’improvviso e altrettanto all’improvviso trasferisce l’intera famiglia, moglie, gatto Carlos e tre figli, dal Kansas alla California. Nuovi amici, nuovi nemici, cani meticci, levrieri afgani su cui il film insiste con un paio di discutibili, allusivi apprezzamenti negativi. E una fidanzatina cui fare la corte. Se è finita la bella vita di un tempo, non è detto che poi si stia tanto male qui. Anche perché il padrone su molte cose, e su Sansone, saprà fare marcia indietro e recuperare felicemente. Che dire? Piacerà sicuramente, gioca molto sul repertorio della scurrilità corrente dei film per ragazzi d’intrattenimento, con la solita serie di emanazioni corporee che fanno sempre ridere. È quello che possiamo chiamare un blockbuster in piena regola, un campione d’incassi annunciato. Un altro ex fumetto che va a rimpolpare l’immaginario del cinema americano di consumo, cui forse dal discorso sul senso di estraneità, di diversità proprio dell’adolescenza si poteva ricavare qualcosina di più. Senza nulla togliere all’impianto spettacolare che ovviamente funziona.