Sandro Veronesi: “Comandante, dalla sceneggiatura è nato un libro”

A poche settimane dall’uscita de Il Colibrì, il film di Francesca Archibugi tratto dal suo ultimo libro, lo scrittore Premio Strega è a Taranto sul set del film Comandante


TARANTO – Gli impazienti che attendono la fine del 2023 per godersi in sala la storia straordinaria di Salvatore Todaro possono stare tranquilli: già a gennaio potranno almeno contare sul romanzo, che arriverà in libreria per Bompiani.

Stavolta è la sceneggiatura a dar vita al libro: un primo viaggio al contrario per Sandro Veronesi, ma sempre a quattro mani. A poche settimane dall’uscita de Il Colibrì, il film di Francesca Archibugi tratto dal suo ultimo libro, lo scrittore è a Taranto sul set del film Comandante, sceneggiato con il regista Edoardo De Angelis.

“Una sceneggiatura che genera un libro che a sua volta sembrerà aver generato la sceneggiatura – spiega Veronesi – Non ci avevo mai pensato. È stato bellissimo fare questo percorso di andata e ritorno, ma non sarebbe stato possibile se non fossimo stati in due, Edoardo ed io”. 

“Non c’è un solo messaggio nel film, ma di sicuro la storia di Todaro vuole ricordarci di chi siamo figli e nipoti – continua lo scrittore – Noi italiani siamo un popolo che ha sempre solcato il mare, ma mai per razziare o sopraffare altri uomini, per prendere giovani adulti e farne schiavi. La Regia Marina ha formato tanti uomini come Todaro: se vedi un uomo in mare e lo salvi, forse metti il tuo equipaggio a rischio ma poi gli offri anche l’opportunità di una nuova convivenza, tra lingue, culture e dialetti diversi”.

Un altro aspetto della figura di Salvatore Todaro che ha affascinato molto Veronesi e De Angelis era il suo interesse nei confronti dello spiritismo. “Abbiamo messo nella sua cabina alcuni libri di occultismo e di magia che abbiamo ritrovato tra le sue cose: perché lui studiava tutto, anche il Farsi. Cose che dovevi andarti a cercare, non era così facile a quel tempo. Oggi l’avremmo definita new age, ma allora certo non era una moda, tutt’altro. In quei momenti lì, quindi, sotto le cannonate, le persone si affidavano a lui, perché dava l’impressione di avere padronanza di sé, intuito”. 

Ma lo scrittore fiorentino torna su quel che più di ogni altra cosa ha convinto lui e De Angelis a raccontare la storia di Comandante: “Per trent’anni i superstiti salvati da Salvatore Todaro, poi i loro figli e nipoti, si sono recati a Livorno per ricordare l’uomo a cui dovevano la vita. C’è una mancanza di comunicazione tra il mondo civile e quello militare, che in tempo di pace potrebbe invece salvaguardare le nostre tradizioni. Non penso che il film possa essere strumentalizzato in alcun modo, non è un manifesto. Perché è una storia limpida e punta su una cosa che è stata messa in discussione in questi ultimi anni dai vari governi che si sono succeduti e che hanno confuso tutti il soccorso con l’accoglienza: il soccorso è una cosa, un obbligo in mare. La nave più vicina deve deviare dalla rotta, salvare i naufraghi, portarli a bordo e sbarcarli nel posto sicuro più vicino. Quella regola vale sempre”.

Veronesi non sembra temere alcun tentativo di mettere ‘cappelli’ di qualsiasi colore sulla storia che ha scelto di raccontare: “Ognuno ha le sue idee, le mie sono chiare le conoscono tutti – conclude – Anzi, il fatto che mi sono messo a studiare la storia di quest’uomo è la conseguenza del mio impegno per il soccorso in mare. Faccio parte del Comitato per il Soccorso in Mare, pieno di gente seria, giuristi, etc. Il naufrago fino a qualche secolo fa era sacro, perché tutte le civiltà che andavano per mare sapevano che… il prossimo naufrago sarai tu”.

21 Novembre 2022

Set

Set

‘Domina’, la Roma di Augusto è a Cinecittà. Kasia Smutniak: “Girare qui è un sogno”

Kasia Smutniak: "Nell’arco di due anni questo posto è cambiato in una maniera incredibile”. La seconda serie di Domina in onda l’8 settembre su Sky, scoprila dalla viva voce dei protagonisti sul set.

Set

Rolando Ravello dirige Edoardo Leo nella serie ‘Il clandestino’

Le riprese sono in corso a Milano in questi giorni. Leo interpreta un ex ispettore capo della Digos, cinico e disilluso, che ha lasciato la polizia dopo un violento attentato di cui si sente in qualche modo responsabile


Ultimi aggiornamenti