Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà, ricorda lo sceneggiatore torinese, scomparso ieri (qui la notizia): “Quando ho conosciuto Giorgio Arlorio avevo a malapena messo piede su un set cinematografico. Quindi per me è soprattutto un amico, un parente per quanto gli sono stato legato. Sua moglie, sua figlia, suo fratello Piero li ho sempre considerati famiglia. Per questo non lo ricordo solo per i suoi contributi importanti all’arte del cinema, ma per quanto mi ha dato e insegnato della vita, che era tutt’uno con i contenuti delle sue sceneggiature. Abbiamo attraversato assieme gli anni più incredibili dal punto di vista della rivoluzione dei costumi e della politica del dopoguerra. Non potrei dire che fossimo sempre in simbiosi, ma posso di certo affermare che non avremmo mai permesso a opinioni diverse di creare la minima frattura fra noi. Mi dispiace Giorgio che negli ultimi anni, come spesso accade, ci siamo visti di meno. Ma quando è successo, era come ci fossimo lasciati il giorno prima”.
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L'attore aveva 91 anni. Dopo circa un ventennio come interprete, spesso sui set di Cinecittà, si dedicò alla produzione cinematografica
Con quasi 500 film all’attivo il cineasta ha supportato il lavoro di tanti importanti registi. Polemiche per un post di Paul Schrader, che ne critica il lavoro
Prodotto e distribuito da Luce Cinecittà, 'Giovanna, Storie di una voce', ripercorre la vita e la carriera della grande cantante e compositrice